fbpx Tutti rilanciano per superare la crisi. E noi no? | Scienza in rete

Tutti rilanciano per superare la crisi. E noi no?

Primary tabs

Tempo di lettura: 4 mins

Gli interventi di natura economica da soli non basteranno per assicurare all'Europa,
agli Stati Uniti e al Giappone una via di uscita dalla crisi. Altro andrà fatto: andrà sostenuto il talento,
il capitale umano e, in particolare, la ricerca, la scienza e l'innovazione, al fine di disporre
- in un pianeta che aumenta continuamente la propria popolazione ed invecchia - di nuove soluzioni e di nuove tecnologie; in una parola, di nuove prospettive di sviluppo sostenibile.
Tutti i paesi stanno rilanciando l'impegno scientifico, ma in Italia sembrano mancare ancora interventi incisivi, che assicurino una reale inversione di tendenza, soprattutto per quel che riguarda
la governance della ricerca.

"INSIEME PER LA RICERCA. Scienziati italiani d'ITALIA e USA per una nuova governance" Milano, 21 settembre 2009 - Università Bocconi

Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Gaza e le sfide ambientali della guerra: come ricostruire la vita

Trump pensieroso di fronte a un cartello vendesi nuda proprieta con la proprieta immobiliare di Gaza

Mentre le bombe echeggiano ancora su Gaza, si fa largo il dubbio riguardo a chi gestirà la striscia nel dopoguerra e quali azioni sarà necessario fare per permettere di abitarla di nuovo. Hotel di lusso, casinò e ville sono alcune delle proposte emerse per dimenticare il conflitto, ma ricostruire palazzi demoliti non è l’unica difficoltà dopo una catastrofe. I vecchi conflitti ci insegnano infatti che l’ambiente naturale, nella sua complessità, va considerato come elemento fondamentale.

Lo scorso gennaio il giornale Al Jazeera riportava una stima di 85.000 tonnellate di bombe che, lanciate su Gaza durante il conflitto, hanno ridotto in tonnellate di rovine le abitazioni. Si stima che circa il 10% delle bombe possa aver avuto dei malfunzionamenti e quindi non sia esploso, rimanendo sommerso sotto ai detriti.