fbpx Test rapidi per SARS-CoV-2: adottarli subito | Scienza in rete

Test rapidi per SARS-CoV-2: perché adottarli subito

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Pubblichiamo l'appello di dieci ricercatori sulla necessità di adottare i test rapidi per SARS-CoV-2.

Immagine: Designed by Freepik

È inutile nasconderlo: uno dei grandi problemi legati al controllo dei contagi da COVID-19 è legato alla complessità del sistema diagnostico basato sui classici tamponi. Il test richiede personale dedicato e adeguatamente bardato per proteggersi, l’inserimento di un bastoncino in fondo al naso, procedura che oltre a risultare fastidiosa è assolutamente operatore-dipendente, nel senso che a seconda di come viene fatto il prelievo si potrà avere un risultato più o meno attendibile, e, infine, l’esecuzione del test in laboratorio. In condizioni di alta richiesta diagnostica, come inevitabilmente sarà durante la circolazione del virus dell’influenza il prossimo autunno-inverno, mentre alcuni laboratori saranno attrezzati per gestire grandi numeri, la maggior parte del territorio italiano sarà in difficoltà e non riuscirà a produrre i referti in tempi accettabili (24 ore).

Naturalmente, il sistema dei tamponi è anche quello che ha fatto la differenza nei mesi passati, che ci ha permesso di identificare i positivi, sintomatici e non, e di fare quel tracciamento che è stato un chiaro successo nella gestione strategica della pandemia. Ma in questi mesi, molte aziende e ricercatori si sono messi all’opera per creare un metodo diagnostico più agevole e veloce. Adesso, con la riapertura di scuole e università, è arrivato il momento di utilizzarli.

Il primo passo verso una semplificazione è rappresentato dal test molecolare sulla saliva [1,2], già validato e approvato dalla Food & Drug Administration (FDA) degli USA, che consente di saltare tutta la procedura legata al prelievo del campione. Ai soggetti da analizzare è richiesto semplicemente di raccogliere la saliva in un contenitore: nessun operatore, minore invasività, nessuna coda per il prelievo. E anche le fasi successive, grazie a modifiche del protocollo di analisi molecolare, sono più veloci e molto più economiche, altro fattore da considerare nella gestione di una pandemia. Il basso costo del test, stimato inferiore a 10 dollari, quindi pochi euro, consentirebbe un ampio utilizzo nelle scuole e nelle università, permettendo di ottenere rapidamente quel monitoraggio sanitario che insegnanti e famiglie si aspettano.

Il secondo passo è basato invece sull’utilizzo di test rapidi che invece di riconoscere l’RNA del virus identificano le sue proteine, i cosiddetti “test antigenici” (l’antigene è la porzione di proteina o altra componente virale riconosciuta da un anticorpo). Al momento, FDA ha approvato 4 test, tutti basati sul tampone nasale. Questi test hanno il vantaggio chiaro della rapidità della risposta (pochi minuti), ma lo svantaggio dovuto alla raccolta del campione, come illustrato sopra. In Italia, il test rapido antigenico è utilizzato a Fiumicino, sembra con risultati soddisfacenti, e non si capisce perché un test adatto a identificare potenziali positivi in aeroporto non possa andar bene per monitorare nel tempo studenti e personale della scuola o dell’università.

Ma l’ultimo, definitivo passo per la diagnostica rapida del SARS-CoV-2 sarà un test salivare antigenico a basso costo e sufficientemente sensibile e specifico da poter essere ripetuto periodicamente, col minimo disagio per l’individuo e senza richiedere personale specializzato. I test per l’identificazione delle proteine sulla saliva hanno dimostrato una buona sensibilità che è però inferiore a quella dei classici tamponi “molecolari”. La minore sensibilità potrebbe non identificare come positivi i soggetti con carica virale bassa (soggetti “falsi negativi”) e quindi farli sfuggire al sistema di identificazione. Tuttavia, considerato il costo modesto di questi test, la rapidità della risposta, e la loro ripetibilità a breve distanza di tempo (per esempio, una volta alla settimana), riteniamo che sia arrivato il momento di prendere in seria considerazione questi nuovi strumenti diagnostici economici e rapidi per convivere con il virus SARS-Cov2 durante la riapertura di scuole e Università ed essere preparati all’arrivo dell’epidemia d’influenza.

Firmatari
Sergio Abrignani
Adriana Albini
Franco Buonaguro
Francesco Cecconi
Alessandro Quattrone
Guido Poli
Luca Scorrano
Stefano Vella
Elisa Vicenzi
Antonella Viola

Referenze bibliografiche
1. Wyllie AL, et al. Saliva or Nasopharyngeal Swab Specimens for Detection of SARS-CoV-2. N
Engl J Med. August 28, 2020. PMID: 32857487
2. Service RF. Spit shines for easier coronavirus testing. Science 2020 Aug 28;369(6507):1041-
1042. doi: 10.1126/science.369.6507.1041.

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Abbiamo diritto alla pace

Il diritto internazionale umanitario nei conflitti armati nasce ufficialmente nel 1864. Il giurista Lorenzo Gagliardi sostiene che la scienza giuridica è una disciplina che elabora il diritto in modo tale che l’interpretazione delle norme sia compiuta attraverso procedure logiche verificabili in ogni passaggio. Tutt'oggi, però, nessuna scienza sfugge a questa definizione più di quella del diritto umanitario.

In copertina: Minerva protegge la Pace da Marte, Rubens (1629). Crediti: Wikimedia Commons

Il 20 luglio 2023, il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha pubblicato il documento Una nuova agenda per la pace, che sollecitava gli Stati membri a lavorare per «Raggiungere l’universalità dei trattati che vietano le armi inumane e indiscriminate».

Vox clamantis in deserto: di lì a pochi mesi sarebbe giunta l'ennesima conferma che nel terzo millennio le guerre ancora spingono la loro crudeltà ben oltre il raggiungimento degli obiettivi militari, come hanno sempre fatto fin dal passato più remoto.