La costante problematica

Splendida immagine della Nebulosa di Andromeda (M31). Nel 1925 Edwin Hubble identificò in questa galassia una stella variabile della classe delle Cefeidi e riuscì a determinarne la distanza. La scoperta pose fine al grande dibattito sulla natura delle galassie e indicò che l’Universo era molto più grande della Via Lattea. La cosmologia osservativa muoveva i primi passi. Crediti: Adam Evans
La costante di Hubble descrive la velocità d'espansione dell'Universo e, dunque, dice quanto a ritroso nel tempo si debba andare per arrivare all’Universo tutto racchiuso in quello che Lemaître, astronomo gesuita belga, amava definire “atomo primigenio”. Il problema è che differenti e indipendenti metodi di stima della costante di Hubble conducono a valori diversi, e il divario oggi è tale da non poter essere considerato frutto del caso. Claudio Elidoro ne parla con il cosmologo e divulgatore Amadeo Balbi.