fbpx Il mini-cervello in 3D fatto di staminali | Page 2 | Scienza in rete

Il mini-cervello in 3D fatto di staminali

Read time: 2 mins

Un cervello in miniatura costruito a partire cellule staminali umane pluripotenti: è il risultato di una ricerca frutto di una collaborazione internazionale condotta dall'Istituto di Biotecnologie molecolari dell'Accademia austriaca delle Scienze, l'Università di Londra, Edimburgo e l'Istituto Britannico Sanger, pubblicata su Nature.  Si tratta del primo vero modello in 3D di cervello umano che, seppure di soli quattro millimetri di grandezza, riesce a sintetizzare l'organizzazione interna dei tessuti cerebrali e potrà essere usato come riferimento per studiare le malattie neurologiche umane, superando i limiti imposti dai modelli animali usati finora.

Il team guidato da Juergen Knoblich ha utilizzato sia cellule staminali embrionali che cellule adulte riprogrammate (le Ips, ovvero Cellule Staminali Pluripotenti Indotte). In un ambiente favorevole al loro sviluppo in laboratorio, secondo lo studio i tessuti formati da queste cellule hanno mostrato un'organizzazione simile a quella del cervello umano. Non si tratta, quindi, di un vero e proprio cervello - che ha una complessità, forma e dimensioni ancora lontane da quanto ottenuto dai ricercatori - ma di uno strumento in grado di monitorare il processo di crescita e sviluppo dei tessuti cerebrali umani. Allo stadio attuale, inoltre, è già possibile studiare alcuni disordini neurologici (come la microcefalia, in cui le dimensioni del cervello sono marcatamente ridotte) difficili da descrivere altrimenti in modo completo, dal momento che nei modelli animali seguono evoluzioni differenti.

Crescita durante le fasi embrionali e meccanismi di attivazione delle malattie sembrano però essere gli unici obiettivi su cui potersi concentrare, anche in prospettiva futura. La tecnica usata dai ricercatori, del resto, non consente per ora di andare oltre queste dimensioni del modello, che non potrà così facilmente diventare 'pensante'.

Autori: 
Sezioni: 
Staminali

prossimo articolo

#Malati: come i social cambiano il nostro modo di vivere la malattia

smartphone e cuori

“#Malati” (Codice Edizioni) di Cinzia Pozzi esplora come i social network abbiano trasformato il rapporto con la malattia, tra nuove comunità, rischi di esposizione e potenzialità di empowerment. Un viaggio tra algoritmi, narrazioni personali e fragilità che si fanno pubbliche, per capire come si sta male (e bene) nell’era digitale

In principio furono le scoperte scientifiche e gli avanzamenti tecnologici. Poi arrivarono i social. Che il nostro rapporto con la malattia sia profondamente cambiato nel corso dei secoli è evidente: dalla penicillina all’imaging diagnostico, dai vaccini agli interventi chirurgici, abbiamo imparato a curare malattie un tempo letali e identificare, anche in fase precoci, malattie un tempo sconosciute e invisibili.