Il vincitore dell'edizione 2013 della Medaglia Boltzmann - il prestigioso riconoscimento assegnato ogni tre anni dalla IUPAP (International Union of Pure and Applied Physics) per gli studi in fisica teorica e meccanica quantistica - è Giovanni Jona Lasinio. Lo scienziato italiano, ricercatore associato dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha contribuito in modo importante nel campo della fisica teorica applicando le sue teorie di meccanista statistica anche in altri contesti, ad esempio nella fisica delle alte energie e nelle teorie quantistiche di campo. Il premio gli è stato infatti conferito per i "suoi fecondi contributi in meccanica statistica, in particolare per lo studio dei fenomeni critici nella teoria dei campi e nella meccanica statistica del non equilibrio".
Nel suo lavoro di ricerca, importante è stata la collaborazione con Carlo di Castro, con il quale ha posto le basi per le tecniche sviluppate successivamente da Kenneth Wilson per la teoria della transizione di fase (che ha portato Wilson a vincere il Premio Nobel nel 1982".
Secondo Antonio Masiero, vice presidente dell'INFN va ricordato anche il “lavoro di Nambu-Jona Lasinio, che è stato un passaggio-chiave per la comprensione del meccanismo di rottura spontanea di una simmetria continua, quello che poi ha portato al meccanismo di Higgs nel caso di simmetrie continue locali (di gauge). In questo senso, guardando alla motivazione del premio Nobel dato a Nambu, si può dire che anche Jona-Lasinio avrebbe meritato il riconoscimento”.
E' la terza volta che la medaglia Boltzmann viene vinta da un italiano, dopo Giorgio Parisi (1992) e Giovanni Gallavotti (2007), tutti fisici dell'Università La Sapienza di Roma.
