fbpx Il Reno è molto più vecchio | Scienza in rete

Il Reno è molto più vecchio

Read time: 2 mins

L'analisi dei fossili raccolti presso le località tedesche di Eppelsheim e Sprendlingen ha permesso di scoprire che l'epoca di formazione del bacino del fiume Reno è molto più antica di quanto supposto finora.

Madelaine Böhme e altri tre ricercatori del Senckenberg Center for Human Evolution and Paleoenvironment di Tubinga (Germania) hanno studiato oltre 300 campioni fossili comprendenti sia frammenti di legno fossilizzato sia denti e ossa di differenti specie di cervi risalenti agli inizi del Medio Miocene (tra 14 e 16 milioni di anni fa). L'analisi ha permesso di datare con maggior precisione l'epoca di formazione del bacino del Reno, uno dei più importanti fiumi europei.

Benché tutti concordino sull'importanza di questo corso d'acqua lungo oltre 1300 km che nasce in territorio elvetico e va a gettarsi nel Mare del Nord in territorio Olandese, la valutazione della sua età è sempre stata oggetto di dibattito. Stando all'ipotesi comunemente accettata finora, l'epoca di formazione del proto-Reno doveva essere collocata circa 10 milioni di anni fa. Lo studio coordinato da Madelaine Böhme e pubblicato su PLoS ONE, però, obbliga a una drastica rivalutazione. L'analisi dei reperti, infatti, ha portato i ricercatori a concludere che il corso d'acqua è più antico di almeno 5 milioni d'anni.

Poiché non si tratta di un aggiustamento di poco conto, è verosimile che il risultato pubblicato abbia ricadute sull'intera classificazione cronologica della flora e della fauna del Medio e Tardo Miocene.

Senckenberg Research Institute

Autori: 
Sezioni: 
Luoghi: 
Geologia

prossimo articolo

ToMove: le strade di Torino diventano un laboratorio della mobilità

Immagine della navetta a guida autonoma del progetto ToMove di Torino

Il progetto ToMove è un'iniziativa strategica della Città di Torino, finanziata nell'ambito del programma nazionale "MaaS for Italy". Concepito come un Living Lab, ToMove mira a co-sviluppare e testare soluzioni avanzate di mobilità che utilizzano tecnologie di guida cooperativa, autonoma e connessa. L'approccio di Torino privilegia la sperimentazione in condizioni reali e il coinvolgimento diretto di cittadini, imprese ed enti di ricerca. I tre dimostratori principali sono una navetta a guida autonoma, un Digital Twin della mobilità urbana e piccoli robot utilizzabili per le consegne a domicilio. Crediti immagine: Torinocitylab.it

Grazie al progetto ToMove a Torino, in piena città, su un normale circuito viario aperto anche al traffico privato, che si snoda attorno al Campus Einaudi e all'ospedale adiacente, da ottobre circola una navetta sperimentale a guida autonoma: i cittadini possono salire come su un qualsiasi mezzo pubblico (con la differenza che qui il servizio è su prenotazione e gratuito) e viaggiare lungo le cinque fermate coperte dal mezzo, basta prenotare sull’apposita app Wetaxi.