fbpx Hubble cambia occhiali | Page 2 | Scienza in rete

Hubble cambia occhiali

Read time: 2 mins

Tra i molti interventi effettuati nel corso della quarta missione di manutenzione del telescopio spaziale Hubble, si è provveduto anche a rimuovere la Wide Field and Planetary Camera 2 sostituendola con il nuovo modello, la WFC 3. Dopo anni di duro lavoro, dunque, l'incredibile fotocamera che ha salvato dal disastro l'intera missione del telescopio spaziale correggendo il difetto che affliggeva le sue ottiche è andata in pensione.

k4-55Lasciando a chi di dovere il bilancio del suo fantastico contributo scientifico, anche i non addetti ai lavori un grazie alla WFPC 2 per questi sedici anni di immagini davvero favolose glielo devono proprio. Ci ha offerto un susseguirsi di emozioni allo stato puro, ci ha permesso di gettare un occhio su incredibili scorci di un universo sconosciuto e inaspettato, ci ha mostrato la bellezza misteriosa e talvolta inquietante di fantastici angoli cosmici.
Quale immagine d'addio, i responsabili di Hubble hanno puntato la WFPC 2 verso la Kohoutek 4-55, una nebulosa planetaria posta a 4600 anni luce dalla Terra. I gas che compongono quell'anello multicolore (in rosso l'azoto, in verde l'idrogeno e in blu l'ossigeno) provengono da una stella ormai prossima al capolinea. Una stella morente che non riesce più a trattenere i gas che compongono il suo guscio più esterno, ma riesce solo a farli brillare grazie all'intensa radiazione emessa da ciò che rimane del suo nucleo.
Uno struggente saluto filosofico, dunque, quello di WFPC 2. Con il suo ultimo scatto vuole ricordarci che il destino in serbo per il nostro Sole non si discosterà poi molto dallo scenario multicolore di K 4-55. Ma non c'è fretta: si compirà solo tra quattro o cinque miliardi di anni.

Sito del telescopio spaziale: http://hubblesite.org/

Autori: 
Sezioni: 
Spazio

prossimo articolo

Numeri che sostituiscono le idee: come la bibliometria sta cambiando la scienza

Megafono con riviste

Tra colossi editoriali e riviste predatorie, le metriche ridefiniscono carriere e conoscenza trasformando la scienza in una macchina produttiva. La riflessione di Gilberto Corbellini, cui risponde qui Rocco De Nicola.

«La scienza è diventata un gioco in cui si pubblica e si fa carriera, non un modo per cercare la verità. Le riviste e le metriche stanno distruggendo la scienza», Sydney Brenner, 2017.
«Non avrei mai fatto carriera in un sistema che richiede continuamente pubblicazioni. Il mio lavoro fondamentale non sarebbe stato possibile con l’attuale cultura dei paper», Peter Higgs, 2013.
«L’impact factor ha invaso la biologia come un virus. È una metrica tossica», Bruce Albert in un editoriale su Science, 2013.