fbpx La causa dell'epilessia | Scienza in rete

La causa dell'epilessia

Primary tabs

Read time: 2 mins

Nel lavoro pubblicato in questi giorni sul Journal of Neuroscience, gli scienziati milanesi, guidati da Dario DiFrancesco dell’Università Statale di Milano, hanno dimostrato l’associazione tra una mutazione nei canali ionici “pacemaker” (HCN) e l’epilessia nell'uomo.

I "canali ionici" sono proteine trans-membrana (cioè che attraversano la membrana cellulare) che determinano l'attività elettrica di muscoli, cuore e cervello. Nel cervello regolano e controllano l'eccitabilità neuronale, una proprietà che li rende particolarmente interessanti nella ricerca delle cause dell'epilessia, una malattia che si instaura proprio in presenza di una eccessiva, patologica, eccitabilità neuronale.

La ricerca, svolta in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Ospedale San Gerardo di Monza e l’Istituto Neurologico C. Besta, ha chiarito come e secondo quale meccanismo cellulare, la mutazione genetica, che provoca la disfunzione del canale pacemaker nel cervello (HCN2), è all’origine di una forma di epilessia. La malattia è recessiva, ossia si manifesta solo quando la mutazione del canale ionico è presente in entrambi gli alleli. Questa evidenza è stata confermata, oltre che dall’analisi del pedigree famigliare del paziente protagonista, anche dallo studio funzionale in vitro dei canali normali e mutati, che ha dimostrato come la mutazione alteri le proprietà del canale, scatenando la malattia, solo quando è in omozigosi. La mutazione si trova in una regione che regola il funzionamento del canale HCN2 annullando la sua funzione di controllo della attività elettrica dei neuroni e aumentando l'eccitabilità neuronale e la propensione alle scariche di potenziali d'azione, sintomi tipici dell’epilessia.

Difrancesco JC, Barbuti A, Milanesi R, et al. Recessive Loss-of-Function Mutation in the Pacemaker HCN2 Channel Causing Increased Neuronal Excitability in a Patient with Idiopathic Generalized Epilepsy. J Neurosci. 2011;31:17327-37.

Autori: 
Sezioni: 
Malattie

prossimo articolo

Misurare l’energia della biodiversità per la salute degli ecosistemi

elefanti nella savana

Una nuova ricerca rivela che il flusso di energia che attraversa le reti alimentari africane si è ridotto di quasi due terzi dall’epoca preindustriale. Capire come l’energia scorre negli ecosistemi permette di leggere in anticipo segnali di degrado e orientare strategie di conservazione più efficaci.

Biodiversità significa non solo ricchezza e abbondanza delle forme di vita in un luogo, ma anche delle relazioni che esse intessono tra loro. La vita chiama vita, una specie crea i presupposti per l’esistenza di altre, la rete di connessioni e interazioni  dà forma e funzione agli ecosistemi.  Misurare le relazioni consente dunque di valutare lo “stato di salute” delle comunità biologiche e fornire una diagnosi precoce dei problemi ambientali, che possono insorgere ben prima che una specie si estingua. È però un compito tutt’altro che semplice.