fbpx Temporali e antimateria | Scienza in rete

Temporali e antimateria

Read time: 2 mins

L'osservatorio spaziale Fermi ha raccolto un segnale gamma di origine terrestre collegato dai ricercatori a particelle di antimateria generate all'interno dei fenomeni temporaleschi.
Non si tratta della prima volta che Fermi, l'osservatorio orbitante della NASA per la radiazione gamma, individua i cosiddetti TGF (terrestrial gamma-ray flash): dal suo lancio, avvenuto nel 2008, il team di Fermi ne ha infatti contati ben 130 e in quasi tutte le occasioni il satellite transitava proprio al di sopra di banchi nuvolosi temporaleschi. Tanto che da qualche tempo vi era il forte sospetto che quei lampi gamma traessero la loro origine proprio dai violenti fenomeni elettrici che accompagnano i temporali. Sotto le giuste condizioni, l'intenso campo elettrico sarebbe in grado di generare una coppia formata da un elettrone e dalla sua controparte di antimateria, il positrone. Proprio l'interazione dei positroni con gli elettroni dell'osservatorio orbitante e la loro annichilazione sarebbe all'origine della rilevazione gamma.
La conferma di questo scenario è venuta dall'analisi dell'ultimo TGF rilevato da Fermi lo scorso 14 dicembre. Curiosamente, in tale occasione l'osservatorio orbitante si trovava sopra l'Egitto mentre la cella temporalesca era sullo Zambia, circa 4500 chilometri più a sud. Il temporale era dunque al di sotto dell'orizzonte di Fermi, cioè fuori dalla sua vista diretta, ma ci ha pensato il campo magnetico terrestre a incanalare gli elettroni e i positroni fino a farli incontrare con l'osservatorio attivandone i rilevatori gamma.

NASA

Autori: 
Sezioni: 
Free tag: 
Indice: 
Geofisica

prossimo articolo

Riforestazione: un’arma a doppio taglio da conoscere e gestire

campagna con foresta retrostante

A causa dell’abbandono massiccio delle campagne ogni anno i nuovi boschi guadagnano terreno e, in quasi tutti i casi, scegliamo di non gestirli. Questa ricolonizzazione non gestita rischia di ridurre la qualità ecologica degli ecosistemi agro-forestali, rendendoli meno resistenti al fuoco e più poveri di biodiversità.

Nell'immagine di copertina: Foreste e coltivazioni in coesione tra sviluppo naturale e gestione a Gaiole di Chianti (Siena). Crediti: Enrico Ugo Pasolini

«Ai miei tempi qui era tutta campagna, ci hanno ripetuto i nostri nonni davanti alle periferie delle loro città. È probabile che ai nostri figli noi diremo lo stesso, non davanti ai palazzi di una metropoli ma di fronte al verde di un bosco che fino a pochi anni fa non esisteva: «Ai miei tempi, questa era tutta campagna».