fbpx Camminata e aspettativa di vita | Scienza in rete

Camminata e aspettativa di vita

Read time: 1 min

Le valutazioni dell'aspettativa di vita di una persona anziana basate sulla velocità della sua camminata risulterebbero molto più accurate delle previsioni basate solo su età e sesso.
La nuova strategia valutativa emerge dalla ricerca del team di Stephanie Studenski (University ofPittsburgh) pubblicata su JAMA e basata sull'analisi dei dati raccolti tra oltre 34 mila ultra sessantacinquenni in 9 differenti studi effettuati tra il 1986 e il 2000. Oltre ai normali dati personali – età, sesso, colore della pelle – solitamente impiegati per analisi statistiche sulle aspettative di vita, negli studi si è rilevata anche la rapidità del passo in una normale camminata. Analizzando i dati riguardanti i circa 17 mila anziani ancora in vita, i ricercatori hanno notato una correlazione tra l'aspettativa di vita e la velocità della camminata, correlazione che diventa particolarmente significativa quando l'età supera i 75 anni.
Secondo lo studio, le previsioni sull'aspettativa di vita basate sull'età, il sesso e la velocità della camminata sono altrettanto affidabili di quelle che tengono conto anche di parametri clinici, quali la pressione del sangue e l'indice di massa corporea, e dei dati di ospedalizzazione. La spiegazione suggerita dai ricercatori si basa sul fatto che camminare richiede non solo disponibilità di energia, ma anche il controllo di numerosi organi e la piena efficienza del sistema circolatorio,nervoso e muscolo-scheletrico. La diminuzione della rapidità della camminata, dunque, rifletterebbe un sistema corporeo con qualche problema.

PhysOrg

Autori: 
Sezioni: 
Vecchiaia

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.