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Teorie planetarie sottosopra

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La disponibilità di un numero sempre crescente di sistemi planetari permette agli astronomi di mettere alla prova le teorie riguardanti la loro formazione. Le ultime scoperte, presentate al National Astronomy Meeting (NAM2010) della Royal Astronomical Society, costituiscono però una autentica sfida ai modelli correnti.

L'individuazione di 9 esopianeti grazie agli osservatori automatizzati di WASP (Wide Angle Search for Planets) e lo studio del loro moto orbitale ha suggerito agli astronomi una analisi statistica. Consultando i dati in archivio è emerso che oltre metà dei cosiddetti hot Jupiters (pianeti di taglia gioviana orbitanti molto vicino alla loro stella) percorrono orbite non allineate con la rotazione del loro Sole e 6 di essi – due dei quali appena scoperti – hanno moto retrogrado.

Questo mette in seria discussione la corrente visione della formazione planetaria che ha come elemento chiave l'interazione con un disco di polveri e gas e come logico sbocco un sostanziale allineamento tra i moti planetari e l'asse di rotazione della stella. L'elevato numero di sistemi “anomali” impone che si debbano prevedere anche scenari differenti, compresi quelli in cui si manifestano importanti interazioni a lungo periodo con stelle vicine. Tali interazioni, però, hanno come inevitabile effetto collaterale quello di spazzar via dal sistema eventuali pianeti di taglia terrestre. Una drammatica conseguenza che, per nostra fortuna, non ha interessato il Sistema solare.

ESORAS NAM2010 - WASP

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Planetologia

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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.