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SISSA, la prima borsa di studio sulla storia del giornalismo scientifico italiano

ilaria sisto

La SISSA di Trieste ha assegnato la prima borsa di studio sulla storia del giornalismo scientifico: nata da una donazione di Fabio Pagan e dedicata a Pietro Greco, ha premiato Ilaria Sisto, per un podcast sulle donne che hanno cambiato il racconto della scienza

Tempo di lettura: 4 mins

È dedicata alle professioniste che hanno fatto del racconto della scienza una pratica civile la prima borsa di studio istituita dalla SISSA di Trieste per valorizzare la storia del giornalismo scientifico in Italia. Nata grazie a una donazione di Fabio Pagan e intitolata anche alla memoria del giornalista scientifico Pietro Greco, questa prima edizione ha premiato Ilaria Sisto, allieva della classe 2023-2024 del Master in Comunicazione della Scienza (MCS) “Franco Prattico”.

L’iniziativa, promossa all’interno del master MCS, mira a valorizzare una tradizione che ha accompagnato la scienza e le sue istituzioni nel tempo, stimolando una riflessione sul ruolo del giornalismo nella costruzione del discorso pubblico. La borsa, del valore di 2.500 euro, è riservata agli studenti e alle studentesse delle ultime due classi del master.

La vincitrice, selezionata tra sette candidati e candidate, laureata in Fisica della Materia Condensata e oggi redattrice per Zanichelli, ha concluso il percorso del master con un longform sul tema del boicottaggio scientifico.

Un’altra storia del giornalismo scientifico

Il progetto premiato si intitola Reagenti: un podcast che unisce narrazione e ricognizione storica delle donne che hanno contributo alla democratizzazione della conoscenza scientifica attraverso il loro lavoro giornalistico. 

«La comunicazione della scienza non è più un passaggio intermedio, ma è un passaggio fondativo della democrazia»: con questa citazione di Pietro Greco, Ilaria Sisto esprime le motivazioni che l’hanno spinta a candidarsi, unendo passione per il giornalismo e impegno civile. 

«Quando i media italiani cercano un esperto per spiegare una notizia, nove volte su dieci scelgono un uomo. E se si parla di economia, discipline scientifiche o tecnologia la voce delle donne scompare quasi del tutto. Come donna che si occupa di comunicazione della scienza vorrei cambiare questi numeri a partire dalle storie: sono quelle che scegliamo di raccontare a definire i nostri valori, i nostri sogni e le nostre battaglie.»

Con il suo progetto, Ilaria Sisto non mira solo a far emergere una geografia nuova di nomi e voci, ma ha l’ambizione di contribuire a ridefinire il discorso pubblico sulla scienza con una prospettiva di genere.

«Le donne hanno segnato profondamente la storia del giornalismo scientifico in Italia, riconoscendo che raccontare il corpo significa parlare di potere, che la difesa dell’ambiente è una questione di giustizia sociale, e che ogni tecnologia è una dichiarazione politica. Reagenti presenta le storie delle donne che hanno fatto della comunicazione della scienza una pratica di resistenza democratica. Perché, come diceva ancora Pietro Greco: “La conoscenza appartiene a tutti e a tutte”».

Il lavoro sarà completato entro gennaio 2026 e pubblicato su una piattaforma editoriale, scelta dalla vincitrice, che possa raggiungere un pubblico ampio e stimolare una riflessione collettiva sul ruolo delle donne nel giornalismo scientifico.

Lo sguardo di Pietro Greco

Intitolare questa borsa alla memoria di Pietro Greco non è solo un atto di riconoscimento formale. Giornalista scientifico e scrittore, ha intrecciato sapere scientifico e cultura umanistica con una visione ampia, sistemica e profondamente politica. Nel suo lavoro ha mostrato come la scienza sia parte integrante del tessuto socioculturale ed economico e contribuisca attivamente a creare la cittadinanza democratica.

La sua lezione, trasmessa negli anni anche nelle aule della SISSA, dove è stato docente e direttore del master MCS, resta un punto di riferimento. Questa iniziativa offre l’occasione di continuare a guardare al giornalismo scientifico come una pratica culturale capace di incidere sul modo in cui la scienza agisce nella società.

Il valore della restituzione tra memoria e futuro

L’iniziativa è nata grazie alla donazione personale di Fabio Pagan, tra i pionieri del giornalismo scientifico in Italia, per venticinque anni redattore scientifico de Il Piccolo di Trieste, e voce inconfondibile di Radio3 Scienza. Il suo contributo ha reso possibile l’avvio di un percorso rivolto a chi oggi sceglie di intraprendere la professione del giornalista di scienza.

«Per oltre trent’anni con Pietro ci siamo raccontati le storie della scienza e degli scienziati, in eventi pubblici e in incontri personali, intersecando letture, aneddoti ed esperienze dirette».
Così Fabio Pagan ricorda l’impegno e l’esperienza condivisa con Pietro Greco: «Ciascuno ha poi declinato a suo modo questa passione condivisa, tutti e due convinti che la storia della scienza e la ricerca dei suoi risvolti meno conosciuti rappresentino un humus ideale per chi fa divulgazione e comunicazione della scienza. Più volte, chiacchierando tra noi e ricordando il lavoro dei nostri colleghi, ci siamo detti che accanto agli scienziati ci sono anche i giornalisti scientifici. E che anche loro sono un archivio di storie e di esperienze che troppo spesso vanno perdute. Per questo, volendo ricordare Pietro, ho pensato che una borsa di studio dedicata alla storia del giornalismo scientifico sia una cosa che sarebbe molto piaciuta anche a lui. E una bella sfida per gli studenti e le studentesse del nostro master della SISSA».

Sostenere il lavoro sulla storia del giornalismo scientifico italiano significa anche interrogarsi su quali narrazioni abbiano prevalso, quali forme di dialogo tra scienza e società siano state più efficaci, e cosa serva ancora per rendere il racconto della scienza più plurale, inclusivo, critico.

Questa borsa intende valorizzare il contributo di chi ha tracciato un sentiero e offrire spazio a nuove voci e prospettive. Perché ogni storia di scienza è anche la storia del suo racconto.


 


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