fbpx Umberto Veronesi: la sfida infinita contro il cancro | Scienza in rete

Umberto Veronesi: la sfida infinita contro il cancro

Tempo di lettura: 1 min

Umberto Veronesi (1925-2016), oncologo, intellettuale liberale e libertario, uomo politico. Lo ricordiamo qui poco più che cinquantenne direttore dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, intervistato da Tempo Medico con copertina disegnata da Guido Crepax (n. 172, 1979): un documento straordinario (scarica il pdf), che apre una nuova stagione di ricerche differenziate per tipo di tumore, di accento sulla prevenzione primaria e la diagnosi precoce, soprattutto del tumore al seno.

"Dovremmo stabilire coi tumori lo stesso rapporto che abbiamo con le malattie infettive, che nessuno si è mai sognato di accomunare sotto l'aspetto della profilassi per il solo fatto che queste sono provocate da microrganismi". (Tempo Medico, 1979)

"Con una migliore organizzazione si potrebbe sperare nel giro dei prossimi dieci o quindici anni di bloccare l'aumento della mortalità o addirittura, secondo alcuni studi, anche di diminuirla del 20 per cento". (Tempo Medico, 1979)

“Mi dicono spesso che sono un uomo di successo ma non è vero, io, in fondo, ho fallito, perché avevo promesso a me stesso che sarei morto dopo aver visto il cancro sconfitto, e temo non succederà. Però posso dire che una battaglia importante l’ho vinta, ed è quella di convincere i miei colleghi a cambiare strategia contro i tumori”. (La Lettura, Corriere della Sera, 2012)

Su Veronesi leggi anche il ritratto fattone da Luigi Ripamonti.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Influenza aviaria, le infezioni nei bovini e la risposta sanitaria

Si riaccende l'attenzione sull'influenza aviaria, soprattutto dopo la recente scoperta di un ceppo ad alta patogenicità in bovini da latte negli Stati Uniti. Il salto di specie rimarca la capacità dei virus influenzali di adattarsi e infettare nuovi ospiti, aumentando la necessità di sistemi di sorveglianza e risposta efficaci. Nonostante i rischi, attualmente non ci sono prove di trasmissione diretta tra bovini; le misure di controllo si concentrano sulla prevenzione del contagio e la protezione dei lavoratori esposti.

Ora che la pericolosità delle infezioni da Covid-19 è stata domata, anche se non completamente sconfitta (più di 3.000 nuovi casi notificati negli ultimi 30 giorni e un non trascurabile numero di ricoveri in ospedale), i virus dell’influenza aviaria si riaffacciano all’attenzione di chi studia l’orizzonte di prossime eventuali minacce pandemiche. Soprattutto da quando, il 25 marzo 2024, i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno annunciato di aver identificato un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità in alcuni bovini da latte.