fbpx Presentata la carta della radioattività naturale del Veneto | Scienza in rete

Presentata la carta della radioattività naturale del Veneto

Primary tabs

Read time: 3 mins

È stato presentato oggi, giovedì 5 giugno, a Padova, il documento che raccoglie tutte le misure di radioattività naturale realizzate in Veneto, nell’ambito del progetto Rad-Monitor. Si tratta di uno studio scientifico d’avanguardia a livello internazionale nel campo della geofisica nucleare, che ha prodotto una mappatura dei livelli di radioattività di origine terrestre a cui sono sottoposti i cittadini. Informazioni che saranno quindi utili alla pianificazione di standard abitativi che mitighino la concentrazione di radon in ambienti interrati e seminterrati, e che costituiscono un patrimonio per le future generazioni, le quali, in caso di contaminazione radioattiva di origine antropica, saranno in grado di confrontare gli effetti dell’inquinamento rispetto al fondo naturale.

La carta della radioattività naturale del Veneto è disponibile gratuitamente sul sito del progetto nazionale ITALRAD (ITAlian Radioactivity Project), di cui il progetto Rad-Monitor è entrato a far parte: www.fe.infn.it/italrad

Le misurazioni sono state effettuate tra il 2010 e il 2013 da un gruppo di 18 ricercatori dei Laboratori Nazionali di Legnaro dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), in collaborazione con le Università di Ferrara e di Siena. Gli scienziati hanno studiato la presenza dei radionuclidi naturali nelle rocce e nei suoli del Veneto, attraverso sofisticate misurazioni in laboratorio e circa 20.000 acquisizioni aeree. Il lavoro è stato sviluppato grazie al sostegno di 200.000 euro della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo attraverso il bando “Progetti di Eccellenza” edizione 2009-2010. 

“La carta della radioattività non è l’unico risultato rilevante del progetto Rad-Monitor. Con questo progetto abbiamo cercato di sviluppare un modello di ricerca sostenibile, in grado di dare continuità alla crescita scientifica dei giovani ricercatori”, sottolinea Fabio Mantovani dell’Università di Ferrara che ha collaborato al progetto. Circa il 50% del budget, infatti, è stato investito in assegni di ricerca post-doc grazie ai quali è stato possibile addestrare giovani ricercatori nel campo della geofisica nucleare e delle sue applicazioni sul territorio. Nell’ambito del progetto sono stati messi a punto prototipi innovativi per la misurazione delle radiazioni gamma a bordo di velivoli, favorendo la nascita di una start-up universitaria ed il trasferimento tecnologico verso aziende interessate alla produzione in serie di nuove apparecchiature per il monitoraggio ambientale. Infine, è stata l’occasione per avviare importanti collaborazioni scientifiche e culturali con il Servizio Geologico della Regione Veneto, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e l’ITIS De Pretto di Schio.

Antonio Finotti, presidente della Fondazione, dichiara: “Il nostro ente è impegnato da sempre a favore della ricerca scientifica e tecnologica, nella convinzione che la ricerca abbia bisogno di essere sostenuta e rilanciata in quanto fattore di sviluppo del Paese. Siamo lieti quindi di aver sostenuto la realizzazione della carta della radioattività: un’iniziativa che ha saputo coniugare innovazione, elevati standard qualitativi e la capacità di favorire il trasferimento dei risultati conseguiti al mondo delle imprese, con un’attenzione alla formazione e al coinvolgimento professionale di giovani ricercatori di talento”.

Ufficio Stampa INFN

Sezioni: 
INFN

prossimo articolo

Riforestazione: un’arma a doppio taglio da conoscere e gestire

campagna con foresta retrostante

A causa dell’abbandono massiccio delle campagne ogni anno i nuovi boschi guadagnano terreno e, in quasi tutti i casi, scegliamo di non gestirli. Questa ricolonizzazione non gestita rischia di ridurre la qualità ecologica degli ecosistemi agro-forestali, rendendoli meno resistenti al fuoco e più poveri di biodiversità.

Nell'immagine di copertina: Foreste e coltivazioni in coesione tra sviluppo naturale e gestione a Gaiole di Chianti (Siena). Crediti: Enrico Ugo Pasolini

«Ai miei tempi qui era tutta campagna, ci hanno ripetuto i nostri nonni davanti alle periferie delle loro città. È probabile che ai nostri figli noi diremo lo stesso, non davanti ai palazzi di una metropoli ma di fronte al verde di un bosco che fino a pochi anni fa non esisteva: «Ai miei tempi, questa era tutta campagna».