fbpx Ecco come creare un paper falso | Scienza in rete

Ecco come creare un paper falso

Read time: 2 mins

Tempi duri per il mondo dell’editoria scientifica. Secondo quanto riporta Nature, il colosso tedesco Springer, e l’Institute of Electrical and Electronic Engineers, (IEEE), stanno ritirando centinaia di articoli e presentazioni a conferenze, dalle edizioni digitali dopo che Cyril Labbé, ricercatore francese del Joseph Fourier University di Grenoble ha denunciato errori in circa 120 paper.

Secondo Labbè questi lavori non sono frutto di accurati esperimenti o di precisi algoritmi ma bensì del programma SCIgen.
Era 2005 quando tre giovani e brillanti studenti del MIT inventarono un programma per dimostrare quanto sia facile farsi accettare, in convegni o riviste, articoli pseudoscientifici in ambito informatico, talvolta anche privi di senso. Realizzato il programma lo rilasciarono gratuitamente sul web, quindi alla portata di tutti. Così alla portata di tutti che molti ricercatori hanno incominciato a usarlo per produrre lavori scientifici.

Labbé ha però sviluppato un modo per rilevare automaticamente i manoscritti realizzati con SCIgen, andando ad analizzare documenti pubblicati tra il 2008 e il 2013. “I documenti sono abbastanza facili da individuare”, spiega il ricercatore francese , che ha costruito un sito web dove gli utenti possono verificare se i documenti sono stati creati con SCIgen.
La sua tecnica di rilevamento è stata descritta in una lavoro del 2012, implica la ricerca di vocaboli caratteristici generato da SCIge. Tra i lavori pubblicati e poi rimossi, per esempio, un atto della Conference on Quality, Reliability, Risk, Maintenance and Safety Engineering tenutasi nel 2013 a Chengdu, in Cina. Scavando bene nella lista degli articoli fasulli si nota che la maggior parte delle conferenze dove sono stati portati questi manoscritti ha avuto luogo proprio in Cina, e che un gran numero dei documenti falsi hanno autori con affiliazioni cinesi.

Ruth Francis, fra i dirigenti di Springer, dice che la società ha contattato redattori, e stanno cercando di capire con gli autori degli studi quali sono i problemi legati a questi articoli. 

L'allarme alla corsa sfrenata ad una pubblicazione a tutti i costi era stata lanciato alcuni mesi dalla colonne del The Guardian da Randy Schekman. Secondo il Nobel, la crescente concorrenza sta portando i ricercatori a modificare i risultati dei loro lavori, pur di ottenere una pubblicazione.

Autori: 
Sezioni: 
Editoria scientifica

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.