fbpx Prodotto per la prima volta un fascio di anti-idrogeno | Scienza in rete

Prodotto per la prima volta un fascio di anti-idrogeno

Read time: 2 mins

L’esperimento Asacusa al Cern di Ginevra è riuscito per la prima volta a produrre un fascio di atomi di anti-idrogeno. Il risultato è presentato in un articolo pubblicato oggi su Nature Communications, nel quale la collaborazione scientifica spiega di aver rivelato in modo inequivocabile 80 atomi di anti-idrogeno 2,7 metri a valle della sorgente.
“Il risultato appena pubblicato – spiega Luca Venturelli dell’INFN di Brescia e dell’Università di Brescia che coordina il gruppo italiano della collaborazione – rende molto più concreta e vicina la possibilità di realizzare misure di precisione con gli atomi di anti-idrogeno”. “E sondare le caratteristiche dell’antimateria – prosegue Venturelli – può aiutare a risolvere uno dei grandi misteri della fisica moderna: la prevalenza di materia rispetto all’antimateria nell’universo visibile”.
Una tecnica innovativa. Oggi è possibile produrre quantità significative di anti-idrogeno mescolando antielettroni (detti anche positroni) e antiprotoni a bassa energia prodotti dal deceleratore di antiprotoni del Cern. La difficoltà però sta nel mantenere gli antiatomi prodotti lontano dalla materia ordinaria, per evitare che annichilino (materia e antimateria, infatti, quando entrano in contatto si annichilano vicendevolmente).  Per fare ciò gli esperimenti hanno sfruttato finora le proprietà magnetiche dell’anti-idrogeno utilizzando campi magnetici fortemente non uniformi per “intrappolare” gli antiatomi abbastanza a lungo per studiarli. Tuttavia, i campi magnetici perturbano questi sistemi di anti-atomi compromettendo così la precisione delle misure e quindi lo studio del loro comportamento. Per consentire una spettroscopia pulita ad alta risoluzione, la collaborazione Asacusa ha sviluppato una tecnica innovativa: produrre un fascio di antiparticelle in modo da studiare gli antiatomi “in volo”, lontano dai campi magnetici. A 2,7 metri di distanza dalla sorgente, infatti, l’influenza dei campi magnetici utilizzati inizialmente per produrre gli antiatomi è piccola, quindi lo stato del sistema subisce perturbazioni minime.
Perché studiare l’antimateria. Al momento del Big Bang, materia e antimateria si sono prodotte in uguali quantità. Ma noi oggi viviamo in un mondo fatto di materia e dell’antimateria primordiale non è mai stata trovata traccia. La materia ha quindi prevalso sull’antimateria e l’origine di questa asimmetria non è nota. Essendo composto da un singolo protone e un singolo elettrone, l’idrogeno è il più semplice atomo esistente e uno dei sistemi investigati con maggior precisione e meglio compreso nella fisica moderna. Così confrontare atomi di idrogeno e anti-idrogeno costituisce uno dei modi migliori per eseguire test di alta precisione sulla simmetria tra materia e antimateria. Gli spettri di idrogeno e anti-idrogeno sono previsti essere identici: ogni piccola differenza tra loro potrebbe aiutare a risolvere il mistero dell’asimmetria e aprire una finestra sulla “nuova fisica”. 

Autori: 
Sezioni: 

prossimo articolo

Naomi Oreskes: «Ho mostrato come la scienza viene manipolata. E ora spiego perché»

Naomi Oreskes al Convegno Nazionale di Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste

La storica della scienza Naomi Oreskes è stata protagonista della giornata conclusiva del Convegno Nazionale di Comunicazione della Scienza tenuto alla SISSA di Trieste. La docente di Harvard scava alle radici del fondamentalismo economico, mettendo a nudo le fallacie di un’ideologia che vuole abolire il più possibile le regole per lasciare mano libera al mercato. E mostra le deliberate strategie con cui è stata diffusa. Un’ideologia che odia lo Stato, nel culto della libertà dell’individuo e dell’impresa, ma vede anche nella scienza un’avversaria, perché è proprio la scienza che dimostra i gravi danni provocati da un mercato privo di regole.

Nell’Aula Magna della SISSA c’è molta aspettativa, e si sente. Naomi Oreskes, invitata a parlare nella giornata conclusiva del Convegno Nazionale di Comunicazione della Scienza, tenuto alla SISSA di Trieste dal 2 al 5 dicembre, presenterà il suo ultimo saggio The Big Myth – How American Business Taught Us to Loathe Government and Love the Free Market (presto in libreria anche in traduzione italiana).