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L'acqua della Luna

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Colpo di scena nella lunga diatriba sull'esistenza dell'acqua lunare. I dati ottenuti dall'analisi delle rocce riportate dalle missioni Apollo ci avevano fatto mettere il cuore in pace: quei sassi erano quanto di più secco si fosse mai analizzato. Poi sono venuti i dubbi, suggeriti dalla possibilità che, sul fondo di crateri perennemente in ombra, potesse essersi conservata una significativa quantità di ghiaccio.

Nei giorni scorsi una svolta forse decisiva, con la pubblicazione su Science di ben tre studi nei quali si annuncia l'individuazione dell'impronta dell'acqua e del radicale ossidrile nello spettro lunare. Tre le sonde coinvolte in questa scoperta, a cominciare dalla indiana Chandrayaan-1, che con il suo spettrometro (il Moon Mineralogy Mapper) ha individuato nello spettro lunare l'assorbimento tipico dell'acqua e dell'ossidrile.

A confermare il rilevamento, poi, ecco i dati dello spettrometro della sonda EPOXI raccolti lo scorso giugno e persino quelli raccolti nel 1999 dallo strumento VIMS a bordo della Cassini all'inizio del suo viaggio verso Saturno e mai pubblicati finora. Le prime valutazioni indicano che una tonnellata di materiale superficiale della Luna potrebbe fornire circa un litro d'acqua. Detto così non sembra granchè, ma le ricadute sulla pianificazione delle possibili missioni umane sul nostro satellite potrebbero essere davvero incredibili.

Fonti:  scienceNow, NASA

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Astronomia

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parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

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