fbpx Premio Nobel per la Chimica a Karplus, Levitt e Warshel | Page 23 | Scienza in rete

Premio Nobel per la Chimica a Karplus, Levitt e Warshel

Read time: 2 mins

Staffan Normark, segretario permanente della Royal Swedish Academy of Science ha annunciato che i vincitori del premio Nobel per la Chimica 2013 sono Martin Karplus, Michael Levitt e Arieh Warshel per i loro studi “sullo sviluppo di modelli multiscala per i sistemi chimici complessi”.

A partire dal 1970, i tre scienziati hanno posto le basi per i programmi usati oggi in tutto il mondo per comprendere i processi chimici. Karplus, Michael e Warshel hanno sviluppato le equazioni che permettono di simulare i processi chimici e di predire persino l'esito delle reazioni prima di effettuarle. Questo tipo di modelli sono diventati una risorsa fondamentale per la ricerca, soprattutto negli ultimi anni. Le loro equazioni, infatti, vengono utilizzate ogni giorno nella chimica industriale e nello sviluppo dei farmaci. Col progresso e quindi la creazione di computer con maggior potenza di calcolo è stato possibile evitare esperimenti a vuoto e regolare finemente i processi che si vogliono ottenere in un tempo molto minore. Ma quello che hanno fatto va ben oltre, le loro ricerche sono alla base la nascita della cosiddetta target therapy, ovvero tutte quelle cure in cui si vanno a colpire bersagli precisi, come i tumori. 

I tre nuovi Nobel sono riusciti a unire la fisica classica e quella quantistica nella descrizione delle interazioni tra le molecole. La prima infatti non può arrivare abbastanza nel dettaglio quando si parla del comportamento di singoli atomi, mentre la seconda richiede una massa di calcoli che sarebbe eccessiva anche per i computer moderni. "I laureati di quest'anno sono riusciti a prendere il meglio dai due mondi trovando un metodo che usa entrambi i tipi di fisica" si legge nelle motivazioni del Premio.

Autori: 
Sezioni: 
Nobel per la Chimica

prossimo articolo

COP 30: ancora silenzio sui combustibili fossili

La conferenza di Belém finisce con qualche piccolo passo avanti ma mancando gli obiettivi centrali della progressiva messa al bando delle fonti fossili e di una tabella di marcia per rendere operative le azioni di contrasto alla deforestazione. Arrivano più soldi per l'adattamento, ma pochi impegni aggiuntivi dal mondo della finanza. In un modo spaccato più che mai in due non si poteva probabilmente fare di più. L'Europa si conferma al centro della transizione, ma da sola non basta.

Si è chiusa la COP 30, come previsto senza menzionare nel testo finale (il global mutirāo)  la fine programmata dei combustibili fossili. Se ne tornerà a parlare nel 2026 in un incontro per non lasciare cadere nel dimenticatoio l’obiettivo più importante. Magra soddisfazione. Nemmeno c'è stata chiarezza sull'obiettivo altrettanto impegnativo di fermare la deforestazione.