fbpx 1 Ottobre 2013: Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro | Page 2 | Scienza in rete

1 Ottobre 2013: Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro

Read time: 4 mins
Quest'anno per la prima volta si celebrerà in Italia, il 1° ottobre 2013, la Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro. Alla manifestazione principale della Giornata, che si terrà a Roma presso il Senato della Repubblica, coordinata dalla senatrice Serenella Fucksia (XII Commissione Igiene e Sanità) e da Pietro Apostoli (Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, SIMLII), interverranno autorità politiche e istituzionali, rappresentanti di associazioni, ricercatori e medici per fare un quadro sulla salute dei lavoratori in Italia in un quadro di crisi economica e sociale. Le malattie “nascoste” La crisi economica, la globalizzazione, l'immigrazione e, soprattutto, l'aumento della precarietà e della disoccupazione si traducono, infatti, in malattie e infortuni, le prime molto più numerose (secondo alcune stime addirittura fino a quattro volte), ma spesso non adeguatamente segnalate al sistema assicurativo. Per le malattie collegate al lavoro, infatti, esiste nel nostro Paese un importante fenomeno di mancata segnalazione, che porta a una loro considerevole sottostima. A tale riguardo, la Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene industriale è impegnata da tempo nel definire i percorsi più appropriati per la diagnosi delle malattia da lavoro e per la stessa “ricerca attiva” di quelle malattie professionali che andrebbero perdute per la loro mancata individuazione. Una malattia chiamata disoccupazione Ma il fenomeno più nuovo e preoccupante è certamente l'impatto sulla salute della popolazione dovuto alla crescente disoccupazione e sottooccupazione: “Il lavoro più pericoloso è... il non lavoro. La Medicina del Lavoro ritiene che il bene primario per la società e le aziende sia la buona occupazione, che garantisce il benessere di tutti e la salute di chi lavora” dichiara il presidente SIMLII, Pietro Apostoli: “La figura del Medico del Lavoro riveste un ruolo centrale nella società e nel mondo delle imprese, come medico specialista e consulente globale del datore di lavoro, impegnato quotidianamente a prevenire e contribuire a scongiurare infortuni e malattie professionali, ancora statisticamente troppo elevati in Italia. La presenza di un medico in azienda può dare un contributo insostituibile, intervenendo sul 'fattore umano' e contribuendo a promuovere la cultura della sicurezza a tutti i livelli”. Promuovere la salute di chi lavora e la produttività delle aziende, questo l'obbiettivo di una efficace Prevenzione: il lavoro sano è un potente fattore di promozione della salute e certamente l’azienda in cui i lavoratori sono sani aumenta considerevolmente la sua produttività. Incubo burocrazia: il sistema di sicurezza del lavoro va semplificato Un buon lavoro, più sano e produttivo, ha nel medico del lavoro un promotore essenziale, a patto che lo si faccia lavorare senza l'incubo di una burocrazia che moltiplica adempimenti inutili e obblighi esclusivamente formali. La proliferazione delle norme di legge in materia di salute e sicurezza del lavoro avvenuta negli ultimi anni, se da un lato ha colmato vuoti legislativi non ulteriormente ammissibili, dall’altro ha creato un sistema di vincoli rigido, farraginoso e burocratico, più orientato alla forma che alla sostanza, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei che vantano sistemi di prevenzione più semplici ed efficaci. E ciò vale, in particolare, per le piccole e medie imprese, che sono quelle che impiegano oggi la maggior parte dei lavoratori italiani. “Il sistema va semplificato, nel rispetto delle garanzie reali per i lavoratori” afferma ancora il presidente della SIMLII, Pietro Apostoli, “per liberare risorse che sarebbe meglio utilizzare a fini preventivi, soprattutto nelle piccole e medie imprese”. Nell'ambito dell'incontro in Senato, la SIMLII anticiperà alcune delle sue proposte volte a snellire e razionalizzare le norme contenute nel cosiddetto “Testo Unico” sulla salute e la sicurezza sul lavoro (il decreto legislativo 81/2008 e s.m.i). Verranno, inoltre, illustrate alcune proposte di modifica al sistema di aggiornamento professionale del medico del lavoro, affinché divenga più efficiente e selettivo, meglio collegato ai rischi reali e, soprattutto, più compatibile con le necessità e i bisogni delle aziende e dei lavoratori. I lavoratori assenti dall'emergenza salute dell'ILVA di Taranto La medicina del lavoro, infine, intende dare il suo importante contributo anche sul fronte della tutela della salute delle popolazioni residenti nelle vicinanze di insediamenti industriali, minata dalle contaminazioni ambientali e dall'inquinamento originato dalle vicine fabbriche, chimiche o di altra natura, utilizzando l'esperienza maturata in tanti anni nella ricerca epidemiologica e nella individuazione del corretto rapporto tra fattori di rischio professionali, esposizione negli ambienti di lavoro e di vita ed eventuali patologie conseguenti. “E' paradossale che l'emergenza ILVA di Taranto e il procedimento penale che ne è seguito abbia considerato solo la salute della popolazione e non quella dei lavoratori, che sono ovviamente molto più esposti e di cui si sa ben poco” spiega Pietro Apostoli. “Per questo in una recente audizione al Parlamento la nostra società ha proposto campagne di monitoraggio biologico degli inquinanti a Taranto e altrove, nonché la programmazione di specifici studi sulle popolazione dei lavoratori, che possono dare la giusta dimensione ai rischi ambientali”. Il Convegno si svolgerà Martedì 1° ottobre 2013 (dalle 9 alle 14), alla Sala Capitolare, presso il Chiostro del Convento di santa Maria sopra Minerva – piazza Minerva 38, Roma. Per informazioni scrivere a: [email protected]
Autori: 
Sezioni: 

prossimo articolo

Influenza aviaria, le infezioni nei bovini e la risposta sanitaria

Si riaccende l'attenzione sull'influenza aviaria, soprattutto dopo la recente scoperta di un ceppo ad alta patogenicità in bovini da latte negli Stati Uniti. Il salto di specie rimarca la capacità dei virus influenzali di adattarsi e infettare nuovi ospiti, aumentando la necessità di sistemi di sorveglianza e risposta efficaci. Nonostante i rischi, attualmente non ci sono prove di trasmissione diretta tra bovini; le misure di controllo si concentrano sulla prevenzione del contagio e la protezione dei lavoratori esposti.

Ora che la pericolosità delle infezioni da Covid-19 è stata domata, anche se non completamente sconfitta (più di 3.000 nuovi casi notificati negli ultimi 30 giorni e un non trascurabile numero di ricoveri in ospedale), i virus dell’influenza aviaria si riaffacciano all’attenzione di chi studia l’orizzonte di prossime eventuali minacce pandemiche. Soprattutto da quando, il 25 marzo 2024, i funzionari federali del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno annunciato di aver identificato un ceppo di influenza aviaria ad alta patogenicità in alcuni bovini da latte.