newsletter #76
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L'associazione Italia Nostra
ha lanciato una
petizione perché venga stralciato dal
Decreto Legge contenente "Disposizioni urgenti per la
città di Genova" l'articolo che introduce la
possibilità di condonare abusi edilizi
sull'isola di Ischia. L'articolo 25 del Decreto
proposto dal Governo permetterebbe infatti non solo di
condonare edifici abusivi ma anche di accedere ai fondi
per la ricostruzione del sisma del 2017. Molti degli
abusi ammissibili per il condono sono posti in aree
sottoposte a vincoli paesaggistici e idrogeologici. Nell'immagine: interventi di
messa in sicurezza a Ischia, 26 agosto 2017.
Credit: Dipartimento Protezione Civile / Flickr. Licenza: CC BY
2.0.
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ELEZIONI
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Jair
Bolsonaro, il
candidato di estrema
destra favorito al
ballottaggio per le
presidenziali
brasiliane che
si terrà il
28 ottobre, minaccia
di ritirarsi dall'accordo
di Parigi, di voler
allentare i vincoli
sulla deforestazione
in Amazzonia per
favorire lo sviluppo
economico e di
destinare maggiori
fondi pubblici per
la ricerca
militare. Il suo
avversario, il
candidato di
sinistra Fernando
Haddad per ora
indietro nei
sondaggi, si
presenta con un
programma che
sostiene uno sviluppo
sostenibile e un
aumento dei
finanziamenti
pubblici alla
ricerca
scientifica. Ma gli
scienziati dubitano
che potrà
mantenere la
promessa. Qualunque
sia il risultato di
domenica i
ricercatori
brasiliani faticano
a essere ottimisti
sul loro futuro.
[Science; Herton Escobar]
Il 6 novembre gli Stati Uniti voteranno per
rieleggere numerosi membri di Camera e
Senato. La maggioranza dei sondaggi indica
come risultato più probabile che i
Democratici
riconquisteranno la maggioranza alla
Camera, mentre i Repubblicani la manterranno al
Senato. Tuttavia Nate Silver, il fondatore di
FiveThirtyEight, raccomanda di considerare
l'alto grado di incertezza che grava sulle
elezioni di midterm (come su tutte le altre). Silver si meritò l'appellativo di prediction
wizard quando FiveThirtyEight indovinò i risultati di 50 stati su 50
nelle elezioni del 2012. Ma nel 2016 stimò le
probabilità di vittoria di Hillary
Clinton nel 2016 al 71%. Il mago delle
previsioni elettorali aveva perso i suoi poteri? In
realtà sbagliò meno di tutti: alla
fine una probabilità di vittoria del 29%
vuol dire che la vittoria si può
verificare quasi una volta su tre. Per
comprendere questa affermazione bisogna andare
al cuore del modello di previsione di
FiveThirtyEight. Partendo dai risultati dei
sondaggi elettorali, dopo averli "corretti" per
una serie di fattori (ad esempio la
rappresentatività statistica),
l'algoritmo simula 20 000 elezioni. In ciascuna
simulazione vengono considerati gli errori sui
sondaggi basandosi sui dati storici. In
particolare l'algoritmo tiene in conto le
correlazioni tra gli errori sui sondaggi sia di
natura geografica, che demografica (se i
sondaggi hanno sistematicamente sottostimato il
voto dei cittadini di origine ispanica per il
candidato repubblicano, l'algoritmo
simulerà più elezioni in cui i
risultati elettorali si discostano dai sondaggi
in quel senso). Questa operazione permette a
FiveThirtyEight di calcolare delle
probabilità di successo (in quante delle
20 000 elezioni simulate ha vinto un certo
candidato?). Con questo modello FiveThirtyEight
ha concluso che la probabilità dei
Democratici di vincere la Camera è dell'
84,2%, mentre quella dei Repubblicani di mantenere
il Senato dell'82,1%. Come ben rappresentato
graficamente (qui
per la camera e qui
per il Senato) sono numerose le
configurazioni con probabilità non
trascurabile in cui accade l'opposto.
[Vox; Andrew Prokop]
Mercoledì 18 ottobre Facebook ha
aperto le porte della sua war room a un
gruppo di giornalisti. In questa stanza qualche
decina di dipendenti, ingegneri, informatici ed
esperti di cyber-sicurezza, lavorano per evitare
intrusioni che possano influenzare il
ballottaggio in Brasile e le elezioni di midterm
negli Stati Uniti. La war
room è solo l'ultimo degli strumenti di cui la
compagnia si è dotata dopo l'accusa di
aver
condizionato in maniera illecita le
presidenziali americane del 2016. Sono infatti 20 i team che si occupano
di coordinare l'attività di 20 000
persone, per lo più dipendenti di
aziende esterne, con lo scopo di identificare profili e notizie falsi e
bloccarli. Ma cosa succede
esattamente nella war room? Il tour offerto
alla stampa non ha permesso di
capirlo, ma molti sono scettici sulla sua efficacia. I contenuti
che suscitano reazioni emotive forti sono alla
base del successo della compagnia poiché
garantiscono un alto livello di traffico e
dunque permettono di vendere
più facilmente gli spazi pubblicitari.
[The Washington Post; Michael Liedtke]
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BREXIT
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29
Premi Nobel e 6 vincitori della
Medaglia Fields per la matematica hanno indirizzato
una lettera alla Prima Ministra
britannica Theresa May e al
Presidente della Commissione Europea
Jean Claude Juncker chiedendo di
lavorare per raggiungere un accordo
che garantisca la più stretta
collaborazione scientifica tra il
Regno Unito e l'Unione
Europea. Gli scienziati fanno
riferimento in particolare
alla necessità che la Gran
Bretagna partecipi pienamente al
prossimo programma quadro sulla
ricerca e l'innovazione dell'UE,
Horizon Europe. Se così non
fosse il Regno Unito perderebbe
decine di miliardi di euro di
finanziamenti e
rischierebbe di veder partire i
numerosi scienziati europei che
operano nei suoi istituti. Le
preoccupazioni dei ricercatori che
lavorano in Gran Bretagna sono state
ben fotografate da un sondaggio
realizzato presso il Francis Crick
Institute, il più grande
centro di ricerca biomedica del
Paese.
[Independent; Josh Gabbatiss]
I cittadini britannici sono
più pessimisti sugli effetti
di Brexit di quanto non fossero a
giugno del 2016, ma le posizioni
espresse al referendum condizionano
ancora pesantemente le aspettative
sul futuro. Un sondaggio, condotto
recentemente dal Policy Institute del
King’s College London e Ipsos MORI
su un campione di 2 200 cittadini,
ha rivelato che il 44% della
popolazione si aspetta che il Regno
Unito esca dall'Unione Europea senza
un accordo a marzo 2019, solo il 29% pensa che verrà raggiunto
un accordo. Ma il pessimismo
è più diffuso tra
coloro che avevano votato per
rimanere nell'Unione: il 64% di
questi ritiene che Brexit
rallenterà la crescita
economica del Paese, mentre questa
posizione è condivisa solo
dal 17% dei
sostenitori del
"Leave". Le aspettative sugli
effetti di Brexit sono peggiorate
soprattutto riguardo alla
qualità del National Health
Service, un punto su cui si era
concentrata la campagna del
referendum. La percentuale di coloro
che pensano che il sistema
ne risentirà è passata
dal 17% del 2016 al 34% di oggi.
[The Conversation; Bobby Duffy, Anand Menon]
La pesca europea rischia di
essere stravolta dalla Brexit: il
Regno Unito ha ritirato
unilateralmente la sua adesione alla
Convenzione di Londra e quando
uscirà dall'UE e dunque dalla
Politica di Pesca Comune, minaccia
di voler riprendere il controllo
della sua Zona Economica Esclusiva (ZEE),
un'area di 370 km al largo delle
coste nazionali, tra le più pescose del
continente. A farne le spese
sarà prima di tutto la
filiera francese: il 30% del pescato
francese deriva da acque
britanniche. Attualmente
ogni Paese dell'Unione accede
liberamente alla ZEE del Regno Unito a patto di rispettare
certe quote di pescato, che tengono
conto della conservazione della
biodiversità marina e dei
volumi di
importazioni ed esportazioni. La Gran
Bretagna ha
dichiarato all'inizio di luglio che
intende decidere unilateralmente
l'accesso alla sua ZEE e chiede
una rinegoziazione delle quote per difendere gli interessi
dei pescatori britannici, che hanno
votato in massa per il "Leave". Dal
canto suo Bruxelles risponde che una
posizione simile spingerà
l'Unione a rivedere le condizioni
di esportazione del pesce britannico
sul mercato europeo.
[Le Monde; Anne Guillard]
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A UN SECOLO DALLA SPAGNOLA
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Se la pandemia
più
virulenta
e
mortale
del
secolo
scorso
è
stata
l'influenza
Spagnola,
quella
di
oggi
potrebbe
essere
rappresentata
dalla
disinformazione
sui
vaccini. Heidi
Larson,
coordinatrice di
The
Vaccine
Confidence
Project,
lancia
l'allarme:
la
disinformazione
sui
vaccini,
capace
di
circolare
velocemente
sui
social
media,
aumenta
lo
scetticismo
e
rischia
di
farci
trovare
impreparati
alla
prossima
pandemia. Si
può
classificare
la
disinformazione
in
livelli
di
dannosità. La
più
pericolosa
è
la
cattiva
scienza:
medici
che
diffondono
risultati
di
ricerche
sbagliate
(ne
è
un
esempio
il
caso
Wakefield). Segue
la
disinformazione
diffusa
da
chi
ha
interessi
economici,
poi
quella
di
chi
ha
interessi
politici
nel
polarizzare
il
dibattito
e
infine
quella
di
coloro
che
disseminano
il
panico
su
presunte
reazioni
avverse. Ma
la
disinformazione
si
può
combattere
sfruttando
i
suoi
stessi
mezzi
di
comunicazione,
come
dimostrano
alcune
esperienze
in
Irlanda
e Danimarca.
[Nature; Heidi J. Larson]
Analizzando
le sequenze virali
dal 1918 (influenza
Spagnola) al 2009
(influenza Suina)
un
gruppo di
ricercatori italiani
e francesi,
coordinati da Elisa
Vicenzi del San
Raffaele di Milano, ha
osservato
l'accumulazione di quattro
mutazioni nella
sequenza della
nucleoproteina dei
virus dell'influenza
A. Il processo di degradazione
da virus pandemico a
virus stagionale
avverrebbe
attraverso la
sostituzione di quattro
lisine con quattro
arginine in certe
posizioni, rendendo il virus
più sensibile
alla risposta
immunitaria innata
dell'ospite. Potrebbe
sembrare
controintuitivo che
un virus evolva
diventando
più
vulnerabile, ma sul
lungo periodo questo
attenua la sua
patogenicità
e gli permette di
infettare un numero
maggiore di
soggetti.
[Scienza in rete;
Elisa Vicenzi]
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RICERCA E SOCIETÀ
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Degli 1,3 milioni
di
articoli scientifici
originati
dai
fondi
di
12
istituti
che
impongono
la
pubblicazione
in
Open
Access (OA)
solo
due
terzi sono
liberamente
accessibili. L'analisi,
i
cui
risultati
sono
stati
pubblicati
su
Nature,
riguarda
istituti
britannici,
statunitensi,
canadesi
e
lo
European
Research
Council
(ERC). Sono
i
ricercatori dei
National
Institutes
of
Health
americani
e
del
Wellcome
Trust
britannico
a
rispettare
maggiormente
il
mandato
di
pubblicazione
in
OA, con
quasi
il
90%
degli
articoli
apparsi
in
gold
o
green
OA,
mentre per
l'ERC
la
percentuale
di
compliance
ha
raggiunto
il
73%
nel 2017.
[Nature; Vincent Larivière &
Cassidy R. Sugimoto]
È attesa
la decisione della
Corte Suprema
sull'avvio del
processo Juliana v.
United States, in cui 21
ragazzi tra gli 11 e
i 22 anni hanno querelato
l'amministrazione
Trump per non aver
promosso una
politica ambientale
che contrasti il
cambiamento
climatico. I 21
giovani accusano il
Governo di aver violato il
loro diritto a non
essere privati della
vita, della
libertà e
della
proprietà,
stabilito dal Quinto
Emendamento alla
Costituzione degli
Stati Uniti. Nel
2040, anno in cui il
recente rapporto
IPCC prevede che si
manifesteranno i
primi effetti
catastrofici del
cambiamento
climatico, il
più giovane
dei querelanti
avrà solo 33 anni. La
causa risale al 2015
e inizialmente
interessava la
Presidenza di Barack
Obama. I ragazzi
sostenevano che il
Presidente non
avesse fatto
abbastanza per
ridurre le emissioni
di gas a effetto
serra. Con
l'elezione di Trump
il caso è
diventato ancora
più
urgente. Se il
processo andasse
avanti, la corte
potrebbe imporre al Governo
di implementare una
strategia nazionale
di graduale
eliminazione dei
combustibili fossili
e supervisionare la
sua
azione. L'udienza di
apertura era
prevista per
lunedì 29
ottobre presso la
Corte Federale dell'Oregon, ma venerdì
scorso la Corte
Suprema ha accettato
la richiesta del
Governo di
sospendere il
processo
perché i suoi
costi sarebbero
eccessivamente
gravosi. Lunedì
l'avvocato
Julia Olson, che
rappresenta i 21
querelanti, ha
depositato un
rapporto di risposta
al ricorso
e ora
è attesa la
decisione della
Corte Suprema.
[The New York Times;
John Schwartz]
Mercoledì il Parlamento
Europeo ha approvato una proposta di direttiva per mettere al bando una
serie di oggetti usa e getta in plastica (cannucce,
posate, piatti, cotton fioc, bastoncini dei palloncini) entro il 2021 e di ridurre del 25%
l'utilizzo di altri oggetti di plastica per cui non
esistono ancora alternative a prezzi
accessibili. Queste misure sono motivate dal crescente
inquinamento dei mari, in cui si stima che ogni anno
vengano sversate otto milioni di tonnellate di
plastica. Pesci e grandi mammiferi possono essere
uccisi da questi rifiuti, mentre le microplastiche
originate dalla loro frammentazione si
accumulano nei pesci e possono raggiungere gli esseri
umani attraverso il cibo. Gli oggetti messi al bando
rappresenterebbero il 70% dell'inquinamento marino. Il
testo di legge contiene inoltre
due emendamenti particolarmente importanti. Il primo riguarda
la plastica contenuta nei filtri delle sigarette
e ne impone la riduzione del 50% entro il 2025 e
dell'80% entro il 2030. Il secondo richiede di riciclare il
90% delle bottiglie di plastica utilizzate. Le
negoziazioni della
proposta con il
Consiglio dell'Unione Europea, necessarie per approvare
definitivamente la direttiva, cominceranno il 6
novembre. Una volta approvata, la direttiva impone agli
Stati membri di promulgare leggi nazionali che ne
recepiscano le disposizioni.
[BBC News; Redazione]
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