newsletter #57
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Il 10 maggio prossimo a Roma
si terrà l'incontro "Ricerca = Futuro",
organizzato dal Gruppo 2003
per la ricerca scientifica. Si tratta di un dibattito
pubblico sulla ricerca italiana nel quadro della
programmazione europea il cui obiettivo è interpellare
i principali stakeholder della ricerca, sia per
individuarne punti di forza e di debolezza, sia per condividere
strategie realistiche e sostenibili per il
rafforzamento del sistema della ricerca nazionale. Nell'immagine il bozzetto "La ricerca
scientifica", realizzato da Renato Guttuso nel 1961 e
custodito presso Archivio Storico Pirelli. Credit: Fondazione Pirelli.
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LA TESTIMONIANZA DI ZUCKERBERG DAVANTI AL CONGRESSO USA
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Martedì 9 aprile Mark Zuckerberg,
33 anni, amministratore delegato di Facebook, è
finalmente comparso difronte alla commissione
'Commerce and Judiciary' del Senato americano,
per testimoniare riguardo al caso Cambridge
Analytica, e più in generale al
condizionamento illecito delle elezioni presidenziali del
2016 avvenuto attraverso la piattaforma di social
networking. L'audizione ha toccato un tema
più ampio, quello del diritto alla
privacy dei cittadini americani. Facebook e le
altre società della Silicon Valley hanno
fallito nel tentativo di autoregolarsi ed
è necessario che il Congresso vari nuove
leggi a protezione di questo diritto? Zuckerberg ha chiesto scusa,
dicendo che forse è stata la sua visione
idealistica dell'umanità a mettere a
rischio i 2,2 miliardi di utenti Facebook e che
sono già in corso attività di
rinforzo del comparto sicurezza
dell'azienda. Ieri le azioni Facebook hanno
guadagnato il 4,5% del prezzo sul mercato Nasdaq. «The
Street is relieved», ha dichiarato, riferendosi
a Wall Street, uno dei
manager della GBH Insights, società di ricerche di
mercato basata a New York.
[The New York Times; Kevin Roose, Cecilia Kang]
Secondo la giurista e politica Zephyr Teachout,
l'audizione di Zuckerberg al Senato USA è
stata una completa messa in scena. I senatori del
comitato hanno avuto pochi minuti ciascuno per
fare le loro domande, e non c'è stato
alcuno spazio per ribattere alle risposte, ben
preparate, dell'amministratore di
Facebook. Al confronto,
l'audizione di Bill Gates davanti al Senato del
1998, quando Microsoft venne accusata di abuso
di posizione dominante nel mercato dei web browser,
durò numerosi giorni. Secondo Teachout il Congresso
americano non dovrebbe cercare il consenso di
Zuckerberg, o delle altre società
tecnologiche, dovrebbe agire nell'esclusivo
interesse dei cittadini. Inoltre, sottolinea
Teachout, le responsabilità di Facebook
non sono limitate alle attività di
propaganda politica, ma riguardano anche casi di
discriminazione razziale, come quello
recentemente riportato dal giornale ProPublica.
[The Guardian; Zephyr Teachout]
In un editoriale pubblicato su Nature Hetan Shah, direttore della Royal Statistical Society riflette sulle ripercussioni che la vicenda Cambridge Analytica potrebbe avere sulla fiducia dei cittadini nel condividere i dati con le istituzioni pubbliche e di ricerca.
Un inasprimento delle leggi sulla privacy, che rinforzi il concetto di proprietà dei dati, potrebbe infatti essere controproducente, favorendo i ricchi e ben informati a discapito dei gruppi più poveri e socialmente più fragili.
Secondo Shah le compagnie digitali che sono in possesso di grandi quantità di dati personali dovrebbero trasformarsi da data owners a data stewards, stabilendo accordi con le agenzie statistiche nazionali per una gratuita e libera cessione dei dati dopo un certo tempo dalla loro raccolta.
[Nature; Hetan Shah]
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LE SCUSE DI NATIONAL GEOGRAPHIC: "For Decades, Our Coverage Was Racist."
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Il numero di aprile di National Geographic è dedicato al tema
della razza. In occasione del
cinquantesimo anniversario della
morte di Martin Luther King Jr, la
rivista, fondata nel 1888, riflette
sul suo passato e su come gli
articoli e le fotografie pubblicate hanno
ritratto le persone di pelle nera. A
condurre questa analisi è
John Edwin Mason, storico della
fotografia e dell'Africa presso la
University of Virginia. Mason ha
concluso che fino agli '70 gli afroamericani sono stati completamente
assenti dalle fotografie. Le uniche
persone nere ritratte nei reportage erano
abitanti di altri continenti, spesso
fotografati nudi, con
l'atteggiamento dei bravi cacciatori
o dei bon
sauvage. Lo studioso ha
inoltre osservato come in un reportage
dal Sud Africa, pubblicato nel 1962 poco
tempo dopo il massacro
di Sharpeville, i giornalisti non
diedero alcuno spazio alla voce
delle vittime. Susan Goldberg,
attuale direttrice della rivista,
intende partire da questa
consapevolezza affinché
National Geographic
svolga il ruolo
culturale cui ha sempre aspirato.
[National Geographic; Susan Goldberg]
La giornalista Elizabeth
Kolbert, vincitrice del Premio
Pulitzer per il libro "The Sixth
Extinction: An Unnatural History",
torna a parlare dell'infondatezza scientifica
del concetto di razza. Fu il medico americano Samuel
Morton a fornire una teoria
scientifica al razzismo. Nella prima metà
del 1800 Morton analizzò i volumi di
diversi crani, stabilendo che gli
esseri umani potevano essere
suddivisi in cinque gruppi: bianchi
(o Caucasian), asiatici
dell'est (o Mongolian),
asiatici del sud, nativi americani
e neri (o Ethiopians). Le
cinque categorie possedevano
capacità gerarchicamente
ordinate: i bianchi erano la razza
umana più intelligente, i
neri la meno intelligente. Gli studi
genetici, culminati con il
sequenziamento dell'intero genoma
umano nel 2000, hanno mostrato che
il concetto di razza non ha alcun
fondamento scientifico. Gli esseri
umani sono geneticamente molto
simili tra loro e tutti provengono
dal continente africano. Le
variazioni nel colore della pelle,
ad esempio, sono state
determinate dall'isolamento tra le
diverse popolazioni, che ha permesso
l'accumularsi di certe mutazioni
genetiche, e
dalla selezione naturale, che ha
promosso le mutazioni che permettevano un
migliore adattamento all'ambiente. Questo
isolamento è avvenuto
tuttavia molto tempo dopo la
comparsa dei primi Homo
sapiens sulla Terra. Nel 2005 il
genetista Keith Cheng ha scoperto
una mutazione su una base delle 20
mila contenute nel gene SLC24A5, che
sarebbe responsabile per l'incarnato
chiaro degli europei rispetto agli
abitanti dell'Africa
subsahariana. Tuttavia non si
tratta di una regola: molti africani
dell'Est con la pelle scura
possiedono la variante europea del
gene.
[National Geographic; Elizabeth Kolbert]
All'interno dell'articolo
firmato da Kolbert compare un video
che mostra la testimonianza di sei persone, estranee tra
loro, che scoprono di avere un
patrimonio genetico molto simile. Il
video si conclude con la
pubblicità di Geno 2.0, il
kit per il test genetico che National
Geographic mette in vendita per 100
dollari e che rivela le origini geografiche dei
nostri antenati. Gli ancestry
test hanno sollevato più
di una perplessità in
passato: restituendo i risultati in
termini di percentuali di DNA
irlandese, mediorientale,
subsahariano, ecc., rischiano forse di rinforzare
il concetto di razza, piuttosto che combatterlo.
[Undark Magazine; Michael Schulson]
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RICERCA E SOCIETÀ
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L'intensità degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo in
Europa ristagna o
diminuisce dal 2009
e il continente
rischia di perdere
la sfida della
conoscenza. Pietro
Greco analizza il
rapporto "Science, research and innovation performance of the EU, 2018.
Strengthening the foundations for Europe's future", pubblicato a
febbraio dalla
Commissione Europea.
[Scienza in rete; Pietro Greco]
Leggendo il libro "La salute sostenibile" di Marco Geddes da Filicaia, Roberto Satolli si schiera contro i falsi amici del Servizio Sanitario Nazionale che, con l'intento di difenderlo da una presunta bancarotta, cercano di salvarlo affiancandogli una seconda gamba, quella delle assicurazioni private.
Un'operazione che affosserebbe definitivamente la vocazione
universalistica del
nostro sistema sanitario, aumentando le disuguaglianze e gli esami e le cure inutili.
[Scienza in rete; Roberto Satolli]
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