Digiuno intermittente: quanto è moda? Quanto è scienza?
Crediti immagine: Carl Bloch, In un'osteria romana, 1866 (Staten Museum for Kunst)
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Il “digiuno intermittente” è balzato in cima alle classifiche dell’attenzione pubblica nelle ultime due settimane. Funziona? Questa volta ha giocato la dichiarazione dell’immunologa Antonella Viola, che sostiene di praticare da due anni una forma di digiuno intermittente (la TRE, time-restricted-eating) non solo per regolarizzare il proprio peso, ma soprattutto come strumento di benessere e longevità. Ma le diverse pratiche di digiuno da tempo hanno conquistato uno spazio sempre maggiore tra chi cerca strategie per mantenersi in forma e in salute, anche grazie a libri che spopolano nel grande pubblico e applicazioni per gli smartphone. Questo sistema funziona? Sono pratiche davvero consigliabili? Con quali basi? Camilla Orlandini ha fatto un punto su questo tema, tanto attuale quanto controverso, esaminando le prove scientifiche disponibili a favore e contro, con l’aiuto di Mauro Serafini, professore di Nutrizione umana all’Università di Teramo e membro del Gruppo 2003 per la ricerca scientifica.
Si sono aperti giovedì 11 maggio gli Stati generali della natalità, dove si discuteranno le possibili strategie per invertire la tendenza al calo demografico ormai consolidata nel nostro paese. Per Scienza in rete è stata un'occasione di ricordare quanto le drammatiche carenze strutturali di servizi per genitori e figli ostacolino la formazione di nuove famiglie. I dati ISTAT, aggiornati al 2020, parlano di 27,2 posti ogni 100 bambini e bambine nei servizi prima infanzia. Questo si traduce, finito il periodo di maternità obbligatoria (di cinque mesi), in frustranti tentativi, liste d’attesa e in scelte non sempre semplici. E il rischio è che anche l’occasione offerta dal PNRR vada sprecata. Fa il punto sulla situazione Monia Torre.
C’era una volta la grande comunità di Internet, che voleva creare una rete libera e transnazionale. Come è andata? La rete non si è autoregolamentata come sperato, gli Stati hanno avuto buon gioco a sottoporla a nuovi vincoli, le aziende si sono ricavate ampi spazi. A distanza di anni dalla sua creazione, Internet è diventato un bene essenziale, fonte di ricchezza e terreno di scontro tra potenze. In che modo è accaduto, per quali ragioni e con quale futuro? Lo spiegano bene nel loro libro "Internet fatta a pezzi" (Bollati Boringhieri) Vittorio Bertola, un pioniere della rete, e Stefano Quintarelli, che nel 1996 creò il primo e più grande provider italiano e oggi si dedica alla dimensione politica di Internet. Sergio Cima lo ha letto per noi.
Buon compleanno, CNR! Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha festeggiato i suoi primi 100 anni a Milano, a Human Technopole. Per l’occasione, è stato organizzato un convegno dedicato a un concetto cruciale soprattutto oggi, nel post-pandemia: quello di One Health, per cui la salute è una sola, per uomo, animali e ambiente. Sono stati sottolineati dalla presidente del CNR Maria Chiara Carrozza i fattori indispensabili al successo della ricerca scientifica in Italia: creare reti, intrecciare collaborazioni, valorizzare l’interdisciplinarietà e utilizzare grandi piattaforme centralizzate, indispensabili per le esigenze della ricerca di oggi. Lo ha sottolineato anche il nuovo direttore di Human Technopole Marino Zerial, rientrato in Italia dopo avere diretto l’istituto Max Planck di Dresda.
La guerra in Ucraina ha sconvolto la vita in molte aree della regione e ha messo in difficoltà anche l’attività degli scienziati. Più in generale, il crescere delle tensioni geopolitiche rischia di piegare la ricerca scientifica alle nuove esigenze di riarmo e sicurezza. Ne abbiamo parlato con Kseniia Minakova, fisica dell'università di Kharkiv a cui i bombardamenti russi hanno distrutto il laboratorio, e Giacomo Destro, della SISSA di Trieste, autore di “Ragione di stato, ragione di scienza” (Codice Edizioni), esperto di diplomazia scientifica. Se hai perso il webinar di giovedì 11 maggio, puoi riascoltarlo subito qui.
 Luca Carra, direttore di Scienza in rete
Scienza in rete nasce per dare voce alla ricerca scientifica e renderla una risorsa per la società. Questa volta abbiamo raccolto la testimonianza degli scienziati messi a dura prova dalla guerra in Ucraina. Ma dare spazio a chi fa ricerca, creando un canale di comunicazione solido e affidabile tra mondo scientifico e cittadini, è la nostra missione. Per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica siamo aperti a tutti e non abbiamo pubblicità. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.
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