L'incidente mortale dovuto a un incontro sfortunato tra un runner e un orso ha portato alla ribalta tutta la difficoltà della coesistenza tra umani e animali selvatici, scatenando anche nel nostro paese un dibattito talvolta emotivo e poco informato.
Ma il problema è globale e va ben oltre gli orsi dei boschi trentini: riguarda elefanti che distruggono preziosi raccolti, leopardi che si aggirano per le strade di una metropoli tentacolare e affollata come Mumbai, leoni e lupi che predano il bestiame, attacchi di tigri, grizzly e squali, morsi velenosi di serpenti. Animali che minano la sicurezza delle persone e che causano problemi, certo, e che però sono a loro volta messi in grave pericolo di estinzione dalle azioni umane.
Ce ne siamo occupati anche noi, in occasione della prima conferenza internazionale su questo tema.
Nell’Antropocene in cui vivono otto miliardi di esseri umani, è possibile trovare un modo per risolvere i conflitti con la fauna e raggiungere la coesistenza?
Questa la domanda aperta che ha fatto da sfondo alla prima conferenza internazionale sui conflitti e la coesistenza tra animali selvatici e umani, tenuta a Oxford dal 31 marzo al 1° aprile 2023.
Il convegno è stato organizzato dal nuovissimo gruppo specialistico Human-wildlife conflict dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN).
«La coesistenza non è uno stato, ma un processo in continua evoluzione, che richiede la continua gestione dei cambiamenti in atto»: sono le parole di John D. C. Linnell, tra i massimi esperti europei in tema di coesistenza con i grandi carnivori, che ha così concluso le giornate. Laura Scillitani, che si occupa di conservazione e gestione di grandi mammiferi da più di quindici anni, ha partecipato alla conferenza e ci racconta quanto è emerso dalla riunione di più di 500 specialisti.
Che succede ai ghiacci di Groenlandia e Antartide se la temperatura media globale aumenta?
Lo spiegano due nuovi studi pubblicati recentemente su Nature e su Geophysical Research Letters, che ci mettono in guardia sulle conseguenze della fusione dei ghiacci artici e antartici: innalzamento del livello del mare e indebolimento delle correnti oceaniche globali. Un’allarme di cui sarebbe bene tenere conto, soprattutto perché da un lato si parla di “punti di non ritorno” (superate certe temperature il ghiaccio non si riforma) e dall’altro abbiamo a che fare con sistemi fisici ancora poco conosciuti. I dati dell’IPCC nel Rapporto speciale su oceani e criosfera mostrano che sono in atto fenomeni da record per entità e velocità. Ne scrive Jacopo Mengarelli, giornalista esperto di clima.

A proposito di clima: invitiamo i nostri lettori a seguire il webinar "Giornali, media e comunicazione climatica", lunedì 17 aprile alle ore 17 sull'homepage di Scienza in rete e di Climate Media Center Italia.
Sarà un’occasione per discutere di ricerca e studio delle fonti, con particolare focus sul tema climatico, e per raccogliere i principali bisogni dei giornalisti, tanto in campo ambientale quanto in campo più generalista.
Il webinar, che vede la partecipazione di Mauro Buonocore, Ferdinando Cotugno, Sara Moraca e Jacopo Pasotti, con la moderazione di Luca Carra, si inserisce nel contesto del progetto "Ok!Clima - Il clima si tocca con mano" sulla comunicazione della crisi climatica e della transizione ecologica rivolti a giornalisti, ricercatori e docenti.
Che cosa sta accadendo nel mondo delle riviste open access, ovvero disponibili per tutti gratuitamente?
Le riviste open access sono aumentate moltissimo nel corso degli anni: con quali meccanismi? Quali sono le strategie impiegate per massimizzare i profitti e, soprattutto, che risultati portano? Quali sono le conseguenze della autentica "corsa alla pubblicazione" che caratterizza il mondo scientifico?
Ne scrive Patrizia Caraveo, scienziata, che racconta come e perché decine di giornali scientifici siano stati recentemente privati dell'impact factor, il fattore fondamentale per i ricercatori che vi pubblicano.
Ti piace fotografare e condividere le tue foto? La primavera è cominciata da poco: perché non fotografare qualche ape, mentre ammiriamo le fioriture?
Ce lo propone Beewatching, un progetto di citizen science per far luce sullo stato delle api in Italia, nato dalla collaborazione tra alcuni entomologi e botanici del CREA e del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali dell’ Università di Bologna.
Il progetto ha lo scopo di raccogliere segnalazioni fotografiche di questi impollinatori, e contemporaneamente far conoscere meglio alcune delle oltre mille specie presenti nel nostro Paese e sensibilizzarlo verso la loro salvaguardia attraverso semplici azioni. Ne scrive Giorgia Mocilnik.
Il Garante per la privacy ha sospeso ChatGPT in Italia proprio sul più bello: ecco alcuni esempi di quanto può essere utile in una redazione.
Ne avevamo già parlato nell’ultima newsletter: il Garante per la privacy ha sospeso il servizio di ChatGPT in Italia. Peccato, proprio quando stavamo iniziando a divertirci in redazione. Sergio Cima ha deciso di raccontare di come stavamo provando a trovare compiti da assegnare a ChatGPT, per renderne sistematico l'utilizzo nella redazione di Scienza in rete, prima che venisse tolto dalla disponibilità degli utenti italiani. Abbiamo scoperto che può essere un valido aiuto. L'AI può fare velocemente del lavoro sporco, che in genere nessuno vuole fare: estrazione di dati, mappe interattive... Scopri gli esperimenti che abbiamo trovato più interessanti.
Segnaliamo anche il webinar del ciclo Building Bridges, costruire ponti tra saperi, discipline ed esperienze diverse parlando di suolo e di approcci di ricerca: "Prendersi cura del suolo tra ricerca e azione: incontro con la comunità di Bosco in Città CFU" è il tema di questa puntata.
Martedì 18 aprile 16:00-17:30
Con la partecipazione di Gabriella Balice di Boscoincittà, di Luca Carra e la moderazione di Valentina Capocefalo.
Per partecipare e avere maggiori info clicca qui.
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