fbpx Volontà anticipate a MIlano | Page 2 | Scienza in rete

Volontà anticipate a MIlano

Primary tabs

Read time: 2 mins

Se ognuno potesse scegliere il luogo della propria nascita, certi paesi sarebbero completamente disabitati. Lo scrittore scozzese Eric Linklater (1899-1974) aveva ben presente quale fosse la fortuna di nascere in un paese piuttosto che in un altro. Per molte persone sarebbe altrettanto importante stabilire dove, e soprattutto come, morire. Si pensi, per esempio, al dibattito sul cosiddetto testamento biologico.

Il Consiglio d’Europa, con la Risoluzione 1859 del 25 gennaio 2012, ha raccomandato che tutti gli Stati membri ne regolamentino al più presto la validità, affinché ogni cittadino possa esprimere in anticipo le proprie volontà su cure e trattamenti. In Italia, questo diritto dovrebbe già essere garantito dagli articoli 13 e 32 della Costituzione, tuttavia non esiste ancora una legge uguale per tutti. Chi vive a Torino, per esempio, può rilasciare al Comune, dal marzo 2011, una dichiarazione anticipata di trattamento. Lo stesso, anche se con modalità diverse, accade a Firenze, Genova, Palermo, Padova, Bologna. In molte altre città questo non è invece ancora possibile semplicemente perché manca un apposito ufficio o servizio. Come a Sondrio, dove una signora ha tentato recentemente di depositare in Comune le proprie volontà. Purtroppo senza successo.

I cittadini, nel frattempo, si mobilitano per far valere i propri diritti. A Milano, alcune figure di riferimento della società, tra cui Lella Costa, Moni Ovadia e Gherardo Colombo, hanno da poco costituito il comitato IO SCELGO. Lo scopo è quello di raccogliere le firme necessarie per la discussione in Consiglio Comunale della delibera, già presentata, per l'istituzione di un registro dei testamenti biologici. Il nome scelto esprime con chiarezza un concetto di assoluta importanza, ovvero la possibilità di decidere personalmente, e in anticipo, sul proprio fine vita. Diversi membri del comitato promotore hanno realizzato alcuni video per spiegare le motivazioni della loro adesione e per coinvolgere la cittadinanza. La buona riuscita di questa iniziativa non avrà una valenza esclusivamente locale, ma potrà permettere l'istituzione di un registro delle volontà di trattamento in caso di fine vita anche in altre parti d'Italia. Nel capoluogo lombardo si possono già trovare i banchetti per la raccolta firme. 

Autori: 
Sezioni: 
Bioetica

prossimo articolo

La favola del taglio dei posti letto e degli ospedali in Italia

È di pochi giorni fa un appello del Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani, secondo cui «Si stima che, negli ospedali italiani, manchino almeno 100mila posti letto di degenza ordinaria e 12mila di terapia intensiva». Ma è giustificata quest'implicita richiesta? 
Le politiche di riduzione dei posti letto e degli ospedali sono iniziate già nel Piano Sanitario Nazionale 2003-2005, per trasferire al livello territoriale parte dei ricoveri e della loro durata. Molti altri paesi hanno meno posti letto rispetto all’Italia, che rimane nelle migliori posizioni quanto a vita attesa alla nascita, mortalità evitabile e indicatori di qualità dei servizi.

Crediti immagine: Levi Meir Clancy/Unsplash

Nei media generalisti, e purtroppo anche di settore, che si occupano di sanità pubblica in Italia, cioè praticamente tutti in questo periodo, si favoleggia del taglio dei posti letto ospedalieri e di interi ospedali in Italia. Basta usare come parole chiave “taglio posti letto in Italia” con qualunque motore di ricerca ed escono interventi degli ultimi giorni su Fanpage, la Stampa e Quotidiano Sanità.