fbpx Sorprese da Mercurio | Page 2 | Scienza in rete

Sorprese da Mercurio

Primary tabs

Read time: 1 min

L'analisi dei dati e delle immagini raccolte dalla sonda MESSENGER nel corso del suo flyby con Mercurio lo scorso 6 ottobre hanno valso al pianeta l'onore della copertina di Science di questa settimana. Ben quattro gli studi pubblicati sulla rivista, e tutti di enorme importanza per svelare alcune caratteristiche di questo pianeta ancora troppo sconosciuto.

Tra le maggiori sorprese la scoperta che la magnetosfera di Mercurio è più movimentata di quanto non fosse sembrato dai dati raccolti nel corso del primo incontro con la sonda (14 gennaio 2008). Il Sole a due passi, insomma, non perdona e il flusso di particelle cariche emesso dalla nostra stella - il vento solare - fa sentire tutta quanta la sua potenza.

Da segnalare anche l'individuazione di un enorme bacino d'impatto (ben 700 chilometri di diametro!) di cui finora si ignorava persino l'esistenza. Il bacino Rembrandt - così è stata battezzata la struttura - risalirebbe a 3.9 miliardi di anni fa ed è probabile si tratti del bacino d'impatto più recente tra quelli presenti sul pianeta.

Il prossimo appuntamento della MESSENGER con Mercurio è fissato per il 29 settembre: sarà l'ultimo flyby prima dell'inserimento in orbita previsto per il marzo 2011. E allora sì ne vedremo delle belle.

Fonti: Messenger; Science

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.