fbpx SIICA: dichiarazione sul tema dei vaccini | Page 4 | Scienza in rete

SIICA: dichiarazione sul tema dei vaccini

Primary tabs

Read time: 3 mins

 

 

Comunicato stampa


La Società Italiana di Immunologia, Immunologia Clinica e Allergologia (SIICA), che raccoglie oltre seicento immunologi italiani, e che rappresenta una delle eccellenze della ricerca scientifica del nostro Paese sulla base di parametri obiettivi, esprime grande preoccupazione per la situazione venutasi a creare a seguito delle vicende legate ad una preparazione di vaccino anti-influenzale che è stata associata a cinque decessi sospetti di soggetti anziani vaccinati.

In questo contesto, mossi dal disagio dei pazienti e dai rischi connessi alla salute pubblica, gli immunologi italiani vogliono richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su alcuni punti:

  1. L’influenza stagionale può costituire un grave problema medico, in particolare per i soggetti ad alto rischio come ad esempio le persone anziane ed i malati cronici (oltre 8000 morti/anno solo in Italia): in questi gruppi di popolazione è dimostrato in maniera inequivocabile che il vaccino anti-influenzale riduce le complicanze e la mortalità in modo altamente significativo.
  2. I vaccini costituiscono uno degli strumenti terapeutici che hanno maggiormente contribuito a migliorare la vita umana. Grazie alle vaccinazioni nel nostro paese non ricordiamo più che cosa siano flagelli quali la difterite, la poliomielite, o il vaiolo, che colpivano in modo spesso grave decine di migliaia di persone. Malattie come il tetano o la meningite da Haemophilus influenzale tipo b, meningococco C o pneumococco (altro flagello in era pre-vaccinazioni), sono ormai rarissime. Sono scomparse anche malattie come la parotite, il morbillo e la rosolia, che provocavano gravissime sequele ogni anno in decine di bambini prima delle vaccinazioni di massa. Il vaccino anti-epatite B ha ridotto quasi totalmente nel nostro Paese i casi di infezione da Epatite B, che provocava endemie e conseguenze gravissime come cirrosi e tumore del fegato.
  3. Quale esempio emblematico dell’importanza delle vaccinazioni, vogliamo ricordare che ogni anno muoiono, particolarmente nei paesi in via di sviluppo, 10.000.000 di bambini sotto i tre anni e che 2,5 milioni di questi decessi sarebbero evitabili con i vaccini più elementari.
  4. I benefici portati dai vaccini sono di gran lunga superiori ai rischi che la ricerca scientifica ha reso ormai minimi.
  5. Ogni nuovo vaccino immesso in commercio in Italia viene sottoposto ad un severo iter per la registrazione da parte delle Istituzioni competenti (EMA, AIFA). Nel caso il vaccino venga approvato, vengono stabilite delle specifiche procedure che dovranno essere rispettate per la produzione di ciascun lotto. 
  6. Per quanto riguarda il caso specifico oggetto degli allarmi di questi giorni, va fatto presente che i lotti di vaccino imputati sono stati ritirati dal commercio su ordinanza dell’AIFA, a scopo precauzionale. Secondo la procedura prevista in casi del genere, i lotti di vaccino in oggetto saranno controllati da parte delle Istituzioni competenti (ISS, NAS), che verificheranno che essi siano conformi agli standard di qualità e sicurezza previsti dalle normative nazionali ed europee. Va sottolineato che non esiste ancora alcuna prova che i decessi che si sono verificati siano da imputare alla somministrazione del vaccino.
  7. Va inoltre sottolineato come fino ad oggi non ci sia in letteratura nessuna segnalazione di morti da vaccino anti-influenzale (contro i milioni di individui che vengono vaccinati contro l’influenza ogni anno nel mondo).

Rinnoviamo perciò la nostra grande preoccupazione che la recente vicenda relativa ad una delle preparazioni di vaccino anti-influenzale abbia un effetto negativo sulla campagna di vaccinazione e più in generale sull’uso dei vaccini nel nostro Paese, provocando gravi rischi per la comunità.

Ufficio Stampa SIICA

Sezioni: 

prossimo articolo

Le auto elettriche sono inevitabili, per fortuna

posteggio auto elettrica

La modifica del divieto europeo di vendita dal 2035 di auto termiche ci dà l'opportunità di guardare ai dati degli ultimi anni e capire che la transizione verso l'auto elettrica è ormai ineluttabile. Costa sempre meno, aumentano i punti di ricarica e se ne producono sempre di più. Ora le case automobilistiche europee dovranno ridurre le emissioni allo scarico del 90% e non più del 100%: ma, anche se un quota potrà essere coperta da e-fuel, biocarburanti e acciaio a più basse emissioni, il grosso dovrà necessariamente provenire dall'elettrico.

Immagine: Pixabay

L’obbligo europeo di non vendere più auto a combustione interna dal 2035 in poi è stato modificato. Sia chiaro, secondo la vecchia indicazione, dal 2035 in poi si sarebbe comunque potuto circolare ancora con auto a benzina: lo stop era previsto solo per la vendita. Proprio per rendere graduale il passaggio. Ora non più.