fbpx Metodo Stamina: sì alle terapie già avviate | Page 2 | Scienza in rete

Metodo Stamina: sì alle terapie già avviate

Primary tabs

Read time: 2 mins

Tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le cellule staminali preparate con il metodo Stamina potranno portare a termine i loro protocolli. Il sì al proseguimento della terapia arriva da un decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri, che comprende la decisione in merito al metodo Stamina tra gli altri interventi urgenti in materia sanitaria, anche se i laboratori di riferimento non sono autorizzati (nel caso specifico si tratta degli Ospedali Civili di Brescia).

Il Ministro della Salute Renato Balduzzi lo ha sottolineato nel suo intervento: "La norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario gia' avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto". Il Ministro ha chiarito, inoltre, che si devono considerare come ‘avviati’ anche quei trattamenti per i quali sono stati già predisposti gli atti preparatori, come il prelievo di cellule – da paziente o da donatore – destinate a uso terapeutico, e quelli ordinati dall’autorità giudiziria. “Per tutti questi trattamenti terapeutici ci sara' un'attenta valutazione degli esiti, con l'acquisizione di tutti i dati clinici dei pazienti sottoposti al trattamento"

Il decreto legge prevede anche che i trattamenti con cellule staminali – compresi tra i medicinali per “terapie avanzate preparati su base non ripetitiva” – debbano essere applicate solo ed esclusivamente in ospedali pubblici, cliniche universitarie o istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.

Le regole che definiscono la garanzia di sicurezza dei pazienti e le procedure di valutazione di queste terapie saranno definite con un regolamento ministeriale da emanare nei prossimi giorni.

Autori: 
Sezioni: 
Dossier: 
Staminali

prossimo articolo

Intelligenza artificiale ed educazione: la ricerca di un incontro

Formazione ed educazione devono oggi fare i conti con l'IA, soprattutto con le intelligenze artificiali generative, algoritmi in grado di creare autonomamente testi, immagini e suoni, le cui implicazioni per la didattica sono immense. Ne parliamo con Paolo Bonafede, ricercatore in filosofia dell’educazione presso l’Università di Trento.

Crediti immagine: Kenny Eliason/Unsplash

Se ne parla forse troppo poco, almeno rispetto ad altri ambiti applicativi dell’intelligenza artificiale. Eppure, quello del rapporto fra AI ed educazione è forse il tema più trasversale all’intera società: non solo nell’apprendimento scolastico ma in ogni ambito, la formazione delle persone deve fare i conti con le possibilità aperte dall’IA.