Misurando la velocità di rotazione di una stella si può riuscire a stabilire la sua età, un dato difficilmente determinabile se la stella non appartiene ad un ammasso.
I promettenti risultati della nuova tecnica, che gli ideatori hanno chiamato girocronologia, sono stati presentati nei giorni scorsi a Boston da Soren Meibom (Harvard-Smithsonian CfA) al 218° Meeting della Società astronomica americana mentre lo studio scientifico è stato pubblicato su Astrophysical Journal Letters. Secondo Meibom e collaboratori esisterebbe una stretta relazione tra la massa stellare, il tipo spettrale, la rotazione della stella e la sua età e le deviazioni da questa regola sarebbero davvero esigue. La girocronologia, insomma, potrebbe candidarsi come metodo efficace anche per situazioni finora impossibili da decifrare quali quelle delle stelle isolate.
Per determinare la rotazione gli astronomi hanno tenuto d'occhio la periodicità delle variazioni di luminosità dovute alla presenza di macchie sulla superficie stellare – l'analogo delle macchie solari. La delicatezza delle misure ha richiesto l'intervento dell'osservatorio orbitante Kepler.
Meibom e collaboratori hanno calibrato la loro relazione osservando le stelle dell'ammasso NGC 6811, ora si dovrà perfezionare la calibrazione ripetendo le accurate misurazioni anche per altri ammassi di differente età. Il lavoro si preannuncia lungo, ma non lo si può certo scansare se vogliamo che la girocronologia diventi uno strumento affidabile.
