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Celle solari fatte di luce

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La fondazione Cariplo ha premiato Luca Beverina, ricercatore di chimica organica del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca per aver innovato – con la collaborazione del ricercatore in chimica fisica Riccardo Ruffo - la tecnica di produzione delle celle solari organiche utilizzando la luce. Il quarto posto del Premio Cariplo “Ricerca di Frontiera” è stato assegnato nella Sala Tiepolo della Fondazione Cariplo, con un finanziamento previsto di 130 mila euro. L’idea di Beverina, sviluppata nel dipartimento di Scienza dei Materiali – con la collaborazione di Riccardo Ruffo, ricercatore in chimica fisica – consiste nell’utilizzare la luce sia come reagente fondamentale nella preparazione del la cella solare, sia come sorgente di alimentazione della stessa dopo la fase di assemblaggio.

Il progetto ExPhon (Exploitation of Self-Assembly and Photochemistry for the straightforward, low cost production of Nanostructured Organic Photovoltaic Devices) - di cui fa parte il lavoro di Beverina - si propone di ottimizzare il processo produttivo delle celle fotovoltaiche organiche, sfruttando le proprietà di reattività fotochimica e la capacità di auto assemblaggio dei materiali attivi originali. Utilizzare la luce come strumento per la realizzazione di una cella fotovoltaica, potrà portare a vantaggi in termini di aumento dell’efficienza di conversione di energia solare in elettrica – attestata al 10% - e di riduzione dei costi produttivi. 

Intervista a Luca Beverina

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Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.