fbpx Acceleratori galattici | Page 2 | Scienza in rete

Acceleratori galattici

Primary tabs

Read time: 1 min

I raggi cosmici galattici sono particelle subatomiche, soprattutto protoni, sparati a velocità molto prossime a quelle della luce. Per fare questo sono necessarie energie che persino il Large Adron Collider del CERN di Ginevra non è in grado di raggiungere. La loro origine è sempre stata dibattuta, l'idea più gettonata chiamava in causa le supernovae e i loro inviluppi gassosi in espansione, ma mancavano prove concrete.

Uno studio compiuto dal team di Eveline Helder (Astronomical Institute Utrecht) appena pubblicato su Science Express, però, sembra proprio in grado di togliere ogni dubbio residuo. I ricercatori hanno preso di mira RCW 86, il residuo di una supernova la cui esplosione è stata osservata dai cinesi nel 185 d.C., misurando anzitutto la temperatura del gas dietro l'onda d'urto. Confrontando poi le attuali osservazioni con quelle ottenuta tre anni fa, hanno potuto determinare anche la velocità con cui il guscio di gas si sta espandendo nello spazio.

Quando hanno messo assieme i dati, però, gli astronomi hanno notato che la velocità del gas - tra 10 e 30 milioni di km/s - avrebbe dovuto comportare una temperatura ben più alta dei 30 milioni di gradi misurati. La conclusione è stata immediata: l'energia che manca all'appello è quella utilizzata per accelerare i raggi cosmici.

Fonti: ESO; Science Express

Autori: 
Sezioni: 
Astronomia

prossimo articolo

Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Dimostrazione cottura preistorica

Il progetto  Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.

Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).

Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.