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Un viaggio in Italia fra polveri e veleni

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Ero a conoscenza di Polveri & Veleni di Luca Carra a Margherita Fronte, perché i due autori mi avevano chiesto alcune informazioni su studi epidemiologici in cui ero coinvolto, e questo mi rendeva ancora più curioso di leggere il libro. Dopo aver letto le prefazioni di Paolo Vineis e Pietro Greco la curiosità è ulteriormente aumentata; infatti il primo, epidemiologo, ha maggiormente colto il tema dell’estetica del paesaggio, mentre il secondo, giornalista e scrittore scientifico, ha voluto soprattutto soffermarsi sull’approccio antropologico del libro, due scelte inusuali ma che si potranno concordare una volta letti i nove capitoli.

Il libro ha una grande attenzione alla ricostruzione scientifica dei fatti riguardanti inquinamenti e dissesti che attraversano l’Italia ma soprattutto alla loro contestualizzazione: ambientale, paesaggistica, sociale, culturale. I fatti italiani sono collegati con gli scenari globali e i dati scientifici sono sempre di respiro internazionale e su ogni argomento gli autori offrono indicazioni e suggerimenti per migliorare o almeno attenuare gli effetti negativi delle distorsioni del sistema e degli errori umani. Nei ringraziamenti si scorrono i numerosi ricercatori che hanno dato un contributo e collaborato con gli autori.

Narrazione storica, approfondimento scientifico, discussione sulle conseguenze e sul futuro, sempre cercando di vedere aspetti positivi, così Seveso diventa l’occasione per affrontare il tema nuovo degli interferenti endocrini, composti chimici “impostori” che imitano il comportamento degli estrogeni femminili e durante la gravidanza passano al feto, bloccano i recettori cellulari per gli estrogeni o la produzione di testosterone con effetti negativi sullo sviluppo degli organi genitali maschili. Un tema che in Italia non è ancora nella giusta priorità mentre negli USA la ricerca è in forte sviluppo, come ben documentato dagli autori. Il paragrafo “Veleni in corpo” è dedicato al tema del biomonitoraggio, affrontato non solo dal punto di vista del metodo per misurare gli inquinanti assorbiti ma anche degli impieghi positivi, per valutare l’efficacia di provvedimenti preventivi. Tra gli esempi le politiche antifumo monitorate attraverso la diminuzione nel siero della popolazione degli Stati Uniti del livello di cotinina (metabolita della nicotina).

Sull’incidente di Chernobyl è ricostruita la lunga catena degli effetti sulla salute, da quelli a carico di chi era stato maggiormente esposto a quelli sul lungo periodo. Il problema degli effetti delle esposizioni a basse dosi di radiazioni ionizzanti è posto al centro dell’attenzione: un tema tornato di grande attualità in Italia a seguito della decisione del Governo di costruire nuove centrali nucleari. Carra e Fronte citano molto opportunamente gli ultimi studi scientifici sui tumori nei bambini residenti intorno a impianti ed in particolare lo studio KiKK, incaricato dal governo tedesco all’Istituto Federale di radioprotezione. Lo studio ha evidenziato un rischio accresciuto di cancro tra i bambini residenti intorno a 16 centrali, anche se esposti a dosi più basse delle soglie ritenute con effetti sanitari, sulla base di modelli di rischio costruiti sulle alte dosi. Un problema di punta che gli autori definiscono “paradosso”, che con tutta probabilità potrà essere chiarito nei prossimi anni usando un paradigma scientifico più evoluto, basato sul concetto di vulnerabilità clinica, cioè suscettibilità acquisita per effetti di cambiamenti nell’espressione dei geni, in cui l’ambiente gioca un ruolo di primo piano.

Sull’alimentazione gli autori insistono in termini storici ed evoluzionistici, ripercorrendo in parallelo la storia alimentare e la crescita demografica, mettendo in risalto come negli ultimi duecento anni dalla rivoluzione industriale si siano prodotti cambiamenti così radicali e repentini mai prodotti nei millenni precedenti: “il consumo di grassi insaturi e zuccheri raffinati è aumentato di 5 e 15 volte… mentre il contenuto di fibre si è ridotto di 10 volte”, mettendo in risalto il divario tra calorie assunte e consumate. Un argomento ripreso più volte nel libro in connessione con la sedentarietà e l’obesità, “l’altra faccia della denutrizione”.

Ricco d’informazioni aggiornate il capitolo dedicato ai prodotti biologici e a quelli con OGM, sempre con grande equilibrio tra gli elementi positivi e i rischi per i sistemi ecologici e per la salute umana. Sguardo aggiornato anche sulla pandemia da H1N1 e più in generale sulle pandemie, sulle quali gli autori vanno alla radice segnalando l’immenso serbatoio costituito da centinaia di miliardi di polli e maiali, allevati in cattive condizioni igieniche.

Su inquinamento atmosferico e effetti sulla salute il lettore potrà trovare una ottima sintesi degli studi più recenti e interventi di epidemiologi di primo piano e, non secondariamente, dati sull’esposizione agli inquinanti di automobilisti, ciclisti e pedoni e consigli sulla guida ecologica. Non poteva mancare un’attenzione specifica al radon e all’asbesto, una storia non ancora conclusa e una ancora da scoprire.

Sui cambiamenti climatici, alla consueta attenzione su rischi e danni all’ambiente e alla salute gli autori aggiungono sempre quella sulle ingiustizie: “l’impronta ecologica del miliardo di persone povere del pianeta incide per circa il 3% eppure saranno queste a subire maggiormente l’impatto del cambiamento climatico”. E lo sguardo va agli effetti estremi, ma soprattutto a quelli sul lungo periodo, come l’impoverimento della superficie coltivabile, l’esaurimento delle risorse idriche, l’indebolimento dei sistemi sanitari. Proprio il rafforzamento dei sistemi sanitari è indicato da Carra e Fronte come una delle sfide prioritarie sia per i paesi ricchi e ancor di più per quelli poveri, affermando che “in un mondo globalizzato i paesi sviluppati non possono permettersi il collasso di quelli meno sviluppati”, un’affermazione che richiama una discussione estesa sul ruolo dei paesi poveri sulla scena globale, come anche le vicende recenti di stati africani mostrano.

Collegato ai mutamenti climatici e agli spostamenti di popolazioni, non poteva mancare una trattazione competente sulle malattie trasmissibili, con ricostruzioni meticolose di casi recenti come quello dell’epidemia in Romagna di Chikungunya proveniente dall’India. Ma è in particolare ai rischi futuri che gli autori si dedicano: alcuni altri virus iniettati dalla zanzara tigre, come la febbre gialla e la Dengue, riportata in grande espansione fino a poter interessare a fine secolo oltre la metà della popolazione mondiale, tre miliardi di persone vivono in zone malariche, con 250 mila nuovi casi e circa un milioni di morti ogni anno, e altri esempi ancora per i quali gli autori indicano le strategie di difesa.

Tra le tante cose positive segnalo inoltre l’equilibrio nella trattazione di fattori di rischio globali e collettivi e fattori riconducibili a stili di vita e scelte personali, dalla dieta agli abusi, ma anche ai nuovi rischi, tra i quali gli autori mettono in risalto i cellulari e il rumore. E sui fattori di rischio cosiddetti individuali, il libro mette in luce le distorsioni del modello di sviluppo e consumo globali. Questa consapevolezza ben presente nel libro, che gli autori affidano a dati e storie, riguarda per scelta le società più avanzate ma non si dimentica di indicare che il maggior carico di malattia e mortalità attribuibili alle condizioni ambientali riguarda i paesi meno sviluppati.

Una scelta oggettiva di due giornalisti e scrittori che operano nel territorio e nella società e che si sono prodigati nell’indicare piccole e grandi soluzioni per ridurre l’impatto ambientale e sanitario, senza perdere di vista le disparità socioeconomiche. In conclusione un libro da leggere per chi vuole essere informato e aggiornato sui rischi che le polveri e i veleni arrecano all’ambiente e alla salute e sugli scenari futuri. Ma anche per chi vuole avere idee e suggerimenti per l’impegno quotidiano nella tutela dei nostri luoghi, delle città e delle aree rurali, dei paesaggi, della nostra eredità e della cultura.

 

Nota: uno dei due autori del libro recensito, Luca Carra, fa parte della redazione Scienzainrete.

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