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Gli OGM in Chiesa

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Nel nostro blog non ci eravamo mai occupati direttamente delle piante transgeniche (impropriamente chiamate Organismi Geneticamente Modificati, OGM) anche se l’idea di farlo ci ronzava dentro da un po'. Avevamo sì promosso la pubblicazione su SciRe di due articoli - entrambi molto letti - uno di Ingo Potrykus, che è uno dei grandi esperti internazionali sul tema, e uno di Potrykus e del suo Collega Piero Morandini di Milano. Ma continuavamo a rimandare, aspettando che un qualche avvenimento clamoroso portasse alla ribalta internazionale il problema: che è di importanza eccezionale, sol che si pensi al ruolo fondamentale che gli OGM possono avere nel combattere la malnutrizione che affligge una parte così grande dell’umanità.

Bene, questa cosa clamorosa è accaduta. Lo scorso anno, l’Accademia Pontificia delle Scienze (!!) ha dedicato al problema degli OGM la settimana-studio “Le piante transgeniche per la sicurezza alimentare nel contesto dello sviluppo”, organizzata dal nostro Ingo Potrykus che dell’Accademia è membro, in cui hanno tenuto relazioni molti esperti internazionali del campo oltre che esperti di discipline come l’economia, la bioetica, il diritto, la teologia... Le conclusioni unanimi della settimana sono state di pieno sostegno all’uso delle piante transgeniche, specialmente come strumento per aiutare lo sviluppo agricolo e lo sviluppo tout court, perché dove esse sono coltivate, hanno prodotto grossi benefici per l’ambiente e per gli agricoltori. Ancora di più, è la regolamentazione eccessiva che rappresenta il maggiore ostacolo perché sempre più persone, specialmente coloro che non hanno abbastanza cibo o che soffrono per una dieta povera, ne traggano dei benefici. E occorre ricordare che la regolamentazione eccessiva è anche frutto della paura e dei miti sparsi a piene mani su giornali e televisioni.

Le conclusioni sono state pubblicate oggi da Elsevier nel volume speciale di New Biotechnology, e l’Accademia Pontificia ne darà la massima diffusione internazionale. Anche se l’Accademia Pontificia non esprime l’opinione “ufficiale” della Chiesa, ne è senz’altro il più autorevole portavoce in tema di scienza. Le conclusioni pubblicate oggi hanno come punto focale l’agricoltura del mondo in via di sviluppo, e, in modo più generale, tutto il mondo dell’agricoltura. Ora, considerando il peso molto importante che le opinioni della Chiesa hanno tradizionalmente su questo mondo, il valore del pronunciamento dell’Accademia è ovvio...
Ingo Potrykus si è reso disponibile a riassumerci i punti salienti delle conclusioni in un pezzo per SciRe che pubblichiamo oggi. Contiamo che il discorso di Potrykus inneschi tra i nostri lettori discussioni e commenti, perché, come tutti sanno, gli OGM hanno incontrato, ed incontrano, fortissime opposizioni, che condizionano in modo determinante le decisioni politiche sul loro impiego. E che hanno un ruolo di primaria importanza, – qui bisogna dire pane al pane e vino al vino – nella morte ogni anno di decine di migliaia di persone, bambini in primis, nei paesi sottosviluppati. Le opposizioni agli OGM hanno via via assunto connotazioni sempre più ideologiche, ma quello che sorprende in modo particolare non sono le dimostrazioni in piazza o le distruzioni – trionfanti - delle coltivazioni. No, quello che sorprende, anzi, quello che indigna, sono i discorsi dei cosiddetti “soloni” che pontificano un giorno sì e l’altro anche sui pericoli degli OGM. Straparlando sui media compiacenti, che, secondo l’abitudine italiana, cercano solo la notizia sensazionale infischiandosene di documentarsi sul valore reale della notizia (ne sono esempi articoli apparsi anche recentemente sui quotidiani nazionali). E così, passo dopo passo, gli OGM sono divenuti nell’opinione di molti veicoli di danni apocalittici all’ambiente, alle colture, alla salute stessa degli agricoltori. Le sconcezze che ci è toccato leggere sul tema da anni a questa parte… Anni fa, un collega americano, parlando di tutt’altra cosa, aveva detto “questa é una lunga storia, che non dovrebbe essere lunga, ma occorrerà lungo tempo per renderla breve”. La metafora si può trasferire sic et simpliciter al problema delle opposizioni agli OGM: che è, appunto, una storia inutilmente lunga, che molti di noi, da molto tempo, desiderano rendere breve. Ci rimane solo l’augurio che in breve il desiderio divenga – almeno – speranza.

ritratto di Ernesto CarafoliErnesto Carafoli
Biochimica, Università di Padova

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