fbpx Tre colpi di genio e una pessima idea | Scienza in rete

Webinar 13 marzo: Tre colpi di genio e una pessima idea

--
Tempo di lettura: 1 min

Giovedì 13 marzo alle ore 17 in diretta streaming sul sito e sul canale YouTube di Scienza in rete Eva Benelli dialoga con Silvia Bencivelli sulla intrigante figura dello “scienziato squinternato” Charles-Edouard Brown Séquard, raccontata dalla giornalista nel suo ultimo saggio uscito da poco per Bollati Boringhieri. Al suo apogeo fu senza dubbio uno dei medici più famosi e influenti del mondo, uno di quelli che ottengono mezzi busti in bronzo nelle piazze delle città. E invece su di lui è calato un silenzio imbarazzato. Perché? Un motivo c’è. Scoprilo collegandoti al webinar: se ti colleghi dal canale YouTube potrai anche intervenire con domande e osservazioni.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Cosa sanno davvero le neuroscienze su sesso, genere e identità?

cervello con elementi grafici

Uno studio pubblicato su Behavioral Sciences mette in discussione l’idea di un cervello rigidamente “maschile” o “femminile”, proponendo una lettura basata sulla complessità delle reti neurali: le differenze legate al sesso biologico, spiega l'autore, esistono ma si sovrappongono ampiamente, mentre il genere lascia tracce più diffuse, legate a emozioni e cognizione sociale. L’identità emerge così come il risultato dinamico di biologia, esperienza e contesto culturale.

Un anno fa, su queste pagine, si raccontava di uno studio che aveva fatto molto discutere: in quasi cinquemila preadolescenti, sesso biologico e genere sembravano lasciare “impronte” in reti neurali in parte diverse, suggerendo che ciò che chiamiamo sesso e ciò che chiamiamo genere non coincidono neppure nel cervello.