fbpx La voce degli AIRIcercatori in supporto all'appello della Senatrice Elena Cattaneo | Scienza in rete

La voce degli AIRIcercatori in supporto all'appello della Senatrice Elena Cattaneo

Primary tabs

Read time: 3 mins

Caro Direttore,

questa mattina aprendo il giornale abbiamo letto la lettera che la Senatrice Cattaneo ha inviato alla Sua testata giornalistica e ci è sembrato doveroso, in quanto Associazione Internazionale di Ricercatori Italiani nel mondo (AIRIcerca), esprimere con forza il nostro sostegno alle parole drammatiche espresse dalla Senatrice.

Purtroppo negli ultimi anni stiamo assistendo a un continuo allontanamento della Società italiana e della politica dalle questioni riguardanti il mondo della ricerca biomedica e della ricerca in generale.
Questo è dovuto in gran parte alla facilità con la quale ormai le informazioni che riguardano il mondo della Scienza, spesso errate e manipolate, finiscano in rete e vengano condivise con un semplice click.
Tale fenomeno ha creato miti e teorie del complotto che a volte sono davvero difficili da eradicare dall’immaginario collettivo. Chi comunica la Scienza e le informazioni per il grande pubblico ha una responsabilità enorme che spesso non viene valutata con la necessaria cautela.

Credo che ricorderà bene cosa successe il 30 ottobre 1938 negli Stati Uniti; Orson Welles lesse alla radio un brano tratto da “La guerra dei mondi” di Herbert George Wells, scatenando il panico tra gli ascoltatori americani, che credettero si trattasse di una vera invasione aliena.
Per non parlare della beffa del monossido di diidrogeno (DHMO) che fu introdotto dalla “Coalizione per il bando del monossido di diidrogeno” (Coalition to Ban Dihydrogen Monoxide), nato da un’idea di Craig Jackson. Tale beffa ebbe una tale risonanza mediatica che alla Conferenza ONU sui Cambiamenti climatici, tenutasi a Cancún nel 2010, alcuni dei delegati dell’ONU furono convinti a firmare una petizioneburla per la messa al bando del DHMO senza neanche sapere cosa fosse.
Il DHMO è il nome scientifico dell’acqua. Quest’ultimo esempio dovrebbe insegnarci come sia facile, utilizzando termini scientifici a volte altisonanti, riuscire a creare falsi miti e false teorie del complotto senza problemi. E noi in Italia purtroppo ne sappiamo qualcosa, avendo il recente caso Stamina come esempio lampante. Come giustamente sostiene la Senatrice Cattaneo, le decisioni prese dal mondo politico in merito a questioni così scientificamente complicate andrebbero valutate in maniera molto attenta e soprattutto coinvolgendo i diretti interessati, cioè i ricercatori, coloro i quali dedicano la propria vita alla Scienza.

Riteniamo che sia oltraggioso e irrispettoso che siano prese decisioni che influenzeranno il lavoro di migliaia di ricercatori in Italia senza chiedere il loro parere e senza che gli stessi possano portare ai politici i dati scientifici che sostengano o confutino quello che la politica sostiene. Troppo spesso leggiamo sui giornali o vediamo servizi in televisione in cui si usa la parola vivisezione, pratica che di fatto non esiste in ricerca. Troppo spesso leggiamo di fantomatici metodi alternativi alla sperimentazione animale, quando in realtà non esistono al momento metodi scientificamente validi che permettano di sostituire completamente l’uso di animali in laboratorio, soprattutto in alcuni ambiti di ricerca di base.
Purtroppo la cattiva informazione può avere pericolose conseguenze e non fa altro che contribuire a un allontanamento tra il ricercatore e la Società.

Riteniamo che sia doveroso da parte dei canali di informazione italiani e da parte delle Istituzioni dare voce ai ricercatori per le questioni che riguardano la ricerca e la Scienza in generale e siamo convinti che solo aprendo un dialogo costruttivo si possa contribuire al cambiamento e al futuro del nostro paese.
Noi ricercatori di AIRIcerca siamo in prima linea per combattere la cattiva informazione scientifica e per promuovere il riavvicinamento della Società italiana con il mondo della ricerca. Noi siamo aperti al dialogo per iniziare a costruire un nuovo rapporto di fiducia tra ricercatori e opinione pubblica, voi?
Per approfondire l’argomento sperimentazione animale e la sua importanza nella ricerca scientifica, segnaliamo inoltre l’articolo pubblicato su AIRInforma scritto da Stefania Cocco “Sperimentazione Animale, Possiamo Farne a Meno?”.

di Luca Cassetta con il contributo del Board AIRIcerca


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Le cause del dilagare dei pensieri suicidi in adolescenza

Analizzando le risposte di un campione di oltre 4.000 studenti italiani, una ricerca del gruppo MUSA del CNR ha evidenziato l’importanza del deterioramento delle relazioni umane nella nascita di pensieri suicidi in adolescenza. È un risultato che conferma quanto suggerito da altri studi ed evidenzia l’urgente bisogno di interventi mirati e contestualizzati, e anche il ruolo centrale e cruciale della scuola nel sostegno del benessere relazionale giovanile.

Crediti immagine: Andreea Popa/Unsplash

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha iniziato ad approfondire l’analisi delle ideazioni suicidarie, anche a causa del loro dilagare. Questi pensieri, diversamente dal suicidio, costituiscono un oggetto di studio su cui è possibile raccogliere dati direttamente dai soggetti coinvolti nel problema. Uno studio su un campione di oltre 4.000 studenti e studentesse delle scuole superiori svolto dal gruppo MUSA del CNR sottolinea l’importanza del deterioramento delle relazioni umane nella nascita di pensieri suicidi in adolescenza.