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Mark Jacobson: 100% rinnovabili obiettivo possibile

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Tempo di lettura: 6 mins

Abbiamo intervistato Mark Z. Jacobson, top scientist della Stanford University, che ci spiega la sua visione di una transizione a un sistema di energia 100% rinnovabile in trent'anni senza rischi di blackout. E senza nucleare.

Crediti immagine: TED/James Duncan Davidson. Licenza: CC BY-NC 2.0

Solo fotovoltaico, eolico e idroelettrico. Niente cattura e sequestro del carbonio, niente nucleare, niente, ovviamente, fonti fossili. Passare entro il 2050, ma forse anche prima, al 100% di energia rinnovabile, è possibile. Così la pensa Mark Z. Jacobson, professore di ingegneria civile e ambientale, e direttore del Programma Atmosfera/Energia dell’Università di Stanford e fra gli ispiratori del Green New Deal statunitense.

Il suo recente studio ha analizzato la capacità di 145 Paesi, raggruppati in 24 regioni, di utilizzare l’energia eolica, idrica, solare e l'accumulo di energia per soddisfare completamente la loro attuale domanda di energia evitando blackout. Secondo il lavoro, la spesa necessaria per la transizione si ripagherebbe entro sei anni in tutti i Paesi presi in considerazione grazie al minor costo dell’energia prodotta ed eliminando l'inquinamento atmosferico e da carbonio prodotti attualmente. Inoltre, secondo il rapporto, questa trasformazione genererebbe 28 milioni di posti di lavoro in più rispetto a quelli che eliminerebbe a livello globale.

Jacobson è chiaro e diretto, secondo alcuni la fa troppo facile, soprattutto nella valutazione economica di una transizione energetica così netta e senza compromessi e nella bocciatura piena del nucleare (“una prospettiva orribile”, per usare le sue parole). Il pugnace accademico statunitense highly cited e pluripremiato sembra in realtà trovarsi a suo agio in questa avvincente storia di conflitto scientifico, e ha l’aria di essere anche piuttosto portato all’advocacy di una prospettiva che difende da almeno il 2009, quando uscì il suo primo lavoro su Scientific American dopo anni passati a produrre modelli climatici e atmosferici, in particolare sull’inquinamento atmosferico. E come molti professori americani, Jacobson ha l’abitudine di rispondere direttamente al telefono e mostrarsi subito disponibile a un'intervista, che riportiamo qui di seguito.

Professor Jacobson, la comunità scientifica sembra divisa fra chi difende una prospettiva 100% rinnovabili e chi ritiene solare ed eolico non sufficienti perché intermittenti. Cosa risponde agli scettici?

Ogni fonte energetica è "intermittente". Per esempio, l'energia nucleare in Francia fornisce il 30% in meno del carico di base annuo, quindi c’è la necessità di fonti alternative. Il declino annuale del carbone è del 13%. L'eolico e il solare sono più variabili quando sono attivi ma sono disattivi per meno tempo e hanno meno necessità di manutenzione. Ad esempio, nei giorni di cielo coperto, c'è meno energia disponibile, e varia a seconda della stagione, ma possiamo stimarne la quantità, e quando si collegano eolico e solare in aree geograficamente disperse, si può armonizzare l'offerta totale. La fluttuazione di una singola turbina eolica, che è significativa, è praticamente ridotta al minimo quando le turbine di numerosi parchi eolici sono collegate tra loro, e lo stesso vale per il solare. Quindi collegando l'energia solare ed eolica si colmano i gap tra le due e si può rendere omogenea la mappa di distribuzione. Sia le fonti rinnovabili sia le energie non rinnovabili richiedono un backup. Quindi non è che una sia più affidabile dell'altra. La difficoltà principale è conciliare la domanda di energia che è fluttuante con l'offerta che è variabile, perché anche un'offerta di energia costante non è in grado di soddisfare realmente la domanda, e ci vorrebbe qualcos'altro per farlo: al momento si tratta perlopiù di energia idroelettrica o di gas naturale. In una società basata sulle energie rinnovabili, elimineremmo il gas naturale e utilizzeremmo invece l'energia idroelettrica, le batterie e altri metodi di stoccaggio dell'elettricità: sistemi a concentrazione solare, accumulatori di energia ad aria compressa o gravitazionale, batterie a volano (che permettono l’immagazzinamento di energia sotto forma di energia cinetica rotazionale, ndr). Chi dice che l'eolico e il solare sono inaffidabili, non sa che lo stoccaggio di energia elettrica è possibile.

I suoi scenari prevedono due timeline diverse, in entrambe l’80% della transizione deve avvenire entro il 2030, ma in un caso il restante 20% avviene in 5 anni, nell’altro entro il 2050. Vede vantaggi specifici per una delle due? Intendo, la transizione più lunga potrebbe avvantaggiarsi delle innovazioni tecnologiche?

Beh, è sempre meglio andare più veloci. Si risparmia denaro e si elimina l'inquinamento atmosferico. Va considerato infatti che non si c'è solo un problema di emissioni di carbonio, ma anche di inquinamento e di sicurezza energetica. E i combustibili fossili causano molto inquinamento atmosferico. Ogni anno, nel mondo, sette milioni di persone muoiono a causa dell'inquinamento atmosferico (indoor e outdoor). Quindi ogni briciola di combustibile fossile eliminata ha un impatto immediato. In termini di salvezza di vite umane e di riduzione delle malattie, questo ha un immediato beneficio in termini di costi. In altre parole, c'è sempre un costo sociale vantaggioso nel passare alla transizione il più velocemente possibile. Quindi sì, sarebbe meglio una transizione al 2035. Il 2050 è solo nel caso in cui non sia possibile prima.

Nel suo lavoro considera l’Europa come una grande regione che ha bisogno di essere interconnessa. Se i Paesi europei non saranno in grado di fare questo sforzo globale, la transizione completa potrebbe essere possibile lo stesso per i singoli Stati?

Noi abbiamo analizzato in un altro studio se sia fattibile raggiungere il 100% di energia eolica, idrica e solare in ogni singolo paese mantenendo la stabilità della rete in Europa piuttosto che collegarsi. E la risposta è sì, ogni Paese può mantenere la rete stabile a un costo molto inferiore a quello dei combustibili fossili, ma è certamente meno costoso interconnettersi. Anche i Paesi più piccoli, come il Lussemburgo, possono andare al 100% di eolico, idrico e solare da soli. Pensi che alcune settimane fa la Grecia è stata al 100% rinnovabile per alcune ore. Attualmente la maggior parte dei Paesi europei è già interconnessa. Ora si tratta di espandere quel sistema per potenziare i collegamenti con il 100% di energia eolica, idrica e solare, perché si avrà bisogno di circa il doppio dell’elettricità rispetto a oggi.

Bisogna vedere come la politica permetterà di realizzare una conversione così rapida, in Italia siamo famosi per un sistema burocratico lento e mastodontico…

Beh, la cosa bella è che i costi delle rinnovabili stanno scendendo così tanto che, anche se i governi non sono disposti a fare dei cambiamenti, le aziende li stanno facendo. A prescindere dal governo, grazie al basso costo del solare, dell'eolico, delle batterie e dei veicoli elettrici e l'alto costo della benzina, della rete diesel, del gas, molte cose stanno cambiando proprio a causa della riduzione dei costi.

Il Parlamento Europeo ha votato a favore dell'inclusione di gas e nucleare nella tassonomia finanziaria per l'energia sostenibile. Cosa ne pensa?

Penso che sia una cattiva idea perché, prima di tutto, l'energia nucleare è completamente inutile per aiutare a risolvere i problemi. Ci vogliono tra i 15 e i 21 anni tra la progettazione e la messa in funzione di una nuova centrale nucleare, il costo del capitale è circa 16 volte superiore a quello dell'energia eolica o solare e il costo livellato dell'energia è circa 7-8 volte superiore. Quindi non è affatto utile, perché bisognerebbe arrivare fino al 2037, prima ancora di arrivare a una nuova centrale nucleare. Perché dovremmo spendere così tanto per un'energia così scarsa che non sarà disponibile per così tanto tempo? Inoltre, ci sono molti altri problemi associati al nucleare dal punto di vista della sicurezza energetica, della proliferazione delle armi, del rischio di fusione, problemi di estrazione, obiettivi terroristici, sabotaggi e problemi di scorie radioattive. Quindi non ha alcun senso andare avanti. Credo che il nucleare sia un’idea orribile.

 

Ricordiamo che giovedì 20 ottobre, dalle 9.00 alle 16.30, si terrà presso l'Università Milano-Bicocca il convegno dedicato al tema della transizione energetica, organizzato dagli studenti del MaCSIS Master in Comunicazione della Scienza e dell'Innovazione Sostenibile in collaborazione con Scienza in rete e Zadig. Qui tutte le informazioni.


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