L’Italia ha una spesa stimata per ricerca e sviluppo di circa 17,53 miliardi di euro.
La percentuale di PIL destinata a questa voce è del 1,18%, inferiore alla media dei paesi europei che è intorno al 1,8% e superiore solo a paesi come Ungheria, Polonia e Grecia. Per cercare di ovviare a questa scarsità di mezzi che i nostri governi hanno e continuano a dedicare per la ricerca, i ricercatori italiani cercano di ottenere fondi attraverso i numerosi finanziamenti messi a disposizione dalla Comunità Europea.
Il Settimo Programma Quadro (7PQ) è stato il più importante strumento Europeo a sostegno della ricerca scientifica e tecnologica. Ha coperto il periodo dal 2007-2013, oramai avviato a conclusione si possono ricavare alcune considerazioni relative alla partecipazione del nostro Paese a tale progetto.
Il Programma era strutturato in quattro grandi obiettivi che corrispondono ai quattro programmi specifici principali: “Cooperazione", “Idee”, “Persone” e “Capacità” con un budget complessivo di 48.770 milioni di euro.
I risultati ottenuti dall’Italia nel 7PQ sono stati analizzati dal Ministero dell'Istruzione. Dal rapporto viene evidenziato come il nostro sistema, rispetto alle precedenti esperienze ha una sostanziale tenuta malgrado una maggiore competizione dell’Europa allargata a 27 Paesi. Nel 6° PQ, la ricerca italiana ha ricevuto circa 1.386 milioni di euro che corrispondeva all’8,8% del budget totale, mentre nel 7° PQ, il nostro Paese ha ottenuto finanziamenti per circa l’8,43% pari a 2.221 milioni di euro. Solo Germania, Francia e Regno Unito hanno ottenuto una quota maggiore. C'è da sottolineare, però, come l'Italia abbia contribuito con un esborso pari al 13,4% del budget UE, abbiamo raccolto meno di quanto seminato. Il numero delle proposte inviate alla Commissione è stato di circa 87.000 di cui 14.478 ammesse al finanziamento, con un rateo di successo medio del 16,6%.
Fig.1 - Percentuale del budget europeo contrinuita e finanziamento ottenuta
Nelle proposte presentate per numero di partecipanti, l’Italia è preceduta dalla sola Germania.
Nei progetti ammessi a negoziazione, il numero dei partecipanti del nostro Paese si posiziona solo al 4° posto dopo Germania, Regno Unito e Francia. Il rateo di successo percentuale dei partecipanti italiani (13,4%), quindi, è generalmente inferiore ai paesi di riferimento tradizionali, ma risulta essere anche al di sotto della media dei paesi UE (17,9%). Nelle proposte presentate l’Italia, è con 5434 la nazione con il maggior numero di coordinatori.
Il dato è condizionato della forte richiesta italiana nel bando del ERC. Nella lista dei progetti ammessi a negoziazione e quindi potenzialmente finanziabili, il numero di coordinatori italiani però si riduce notevolmente.
Il tasso di successo del coordinamento italiano calcolato al 12,3% è distante ancora una volta dalla media europea che si attesta al 16%. Le percentuali normalizzate del rateo di successo (a partecipazione e a coordinamento) al 7PQ in relazione alla possibilità di successo delle proposte presentate indicano che se il coordinatore o il ricercatore proviene da paesi come Belgio, Paesi Bassi, Francia e Regno Unito ha la probabilità doppia di vedere il suo progetto finanziato rispetto al collega italiano.
Salute: il budget complessivo del Programma Salute sull’intera durata del 7° programma quadro è stato di 6,1 miliardi di euro incluso il finanziamento della JTI’s IMI per 1 miliardo di Euro. Le proposte presentate sono state 4375 con circa il 15,6% finanziate. La percentuale di finanziamento italiano sul budget generale si attesta al 7,34%, una risultato inferiore rispetto al 6PQ dove il rientro finanziario del nostro Paese sull’intero budget del programma era del 9%. La partecipazione italiana è caratterizzata da una forte presenza delle Università e dei Centri di ricerca (in genere fondazioni).
Programma Ambiente: il trend già conosciuto di una forte presenza di coordinatori italiani nelle proposte si conferma anche per questo tipo di programma, ma purtroppo con solo il 10,2% di successo in fase di negoziazione siamo sotto la media europea. Rispetto però ai finanziamenti ottenuti nel 6PQ cresce la percentuale italiana di finanziamento che si attesta al 7,89%.
Biotecnologie, prodotti alimentari e agricoltura: la percentuale italiana di finanziamento sul budget generale si attesta al 7,59% con circa 78 milioni di euro di negoziazione.
Tecnologie dell’informazione e della comunicazione: le Università rappresentano il 51% dei coordinatori vincenti italiani con rateo di successo del 15,6%, superiore alla media.
Fig.1 - Quadro finanziario stimato della partecipazione italiana al 7PQ
E’ importante sottolineare i dati relativi al programma People che si proponeva di rafforzare, quantitativamente e qualitativamente, il potenziale umano della ricerca e della tecnologia in Europa, promuovendo l'ingresso nella professione di ricercatore, incoraggiando i ricercatori europei a rimanere in Europa. I nostri ricercatori, provenienti nella gran parte dei casi dalle Università (53,4%), hanno ottenuto numerose borse, conducendo con successo attività di ricerca nei paesi dell’Unione. Un punto a favore certamente per il nostro sistema universitario che prepara ottimi giovani ma che non riesce, purtroppo, a essere un polo attrattivo di menti provenienti dall’estero. Sono stati pochissimi, infatti, i ricercatori europei che hanno fatto domanda per essere ospitati nel nostro Paese.
Nota senz’altro negativa della partecipazione dell’Italia al 7PQ è rappresentata dal programma IDEAS. Gestito dallo European Research Council (ERC), i finanziamenti in questo campo erano destinati a studi di ricerca "di frontiera". Gli enti di ricerca della Penisola hanno ottenuto solo 215 milioni di euro, una cifra ben lontana dai maggiori paesi europei. Per migliorare la partecipazione a IDEAS che avrà un peso ancora più forte in Horizon 2020 vanno sostenute azioni capaci di rendere più attrattiva la ricerca libera nel nostro Paese.
Distribuzione dei fondi europei su scala regionale
La ripartizione dei finanziamenti provenienti dal 7FQ non è omogena su tutto il territorio nazionale.
Il Lazio è la regione con più finanziamenti europei, corrispondenti al 23,64% del complessivo nazionale superando la Lombardia al 21,64%. Le regioni del Sud Italia come Campania e Puglia ricevono finanziamenti intorno al 6%. Da segnalare come i ricercatori liguri con 12,5 Keuro/unità di ricerca sono i più efficienti su base nazionale.
Analizzando i vari settori coinvolti nel programma di ricerca europea si nota come nel campo delle biotecnologie, la Lombardia ottiene più di un terzo del finanziamento nazionale.
Le Fondazioni presenti in questa regione rappresentano un’interessante modello vincente tale da coinvolgere anche le Università e la rete regionale di piccole medie imprese. Il Lazio con circa il 20% dei fondi Comunitari beneficia della presenza territoriale dell’Istituto Superiore di Sanità e del CNR.
Fig.2 - Fondi 7PQ su scala regionale
Nel campo delle nanotecnologie dei materiali, l’eccellenza della ricerca è concentrata particolarmente nel Piemonte e ancora in Lombardia, insieme queste due regioni hanno circa il 50% dei finanziamenti europei. I soggetti che svolgono ricerca in questo settore sono prevalentemente di provenienza industriale o da centri di ricerca a servizio del settore industriale. Nei settori dell’energia, dell’ambiente e nello spazio, l’eccellenza italiana è individuata prevalentemente nel Lazio dove nel settore energetico e ambientale operano grandi enti di ricerca pubblici con una forte componente industriale nel settore spaziale.