fbpx Al CNR l'Assobiotec Award | Scienza in rete

Al CNR l'Assobiotec Award

Read time: 2 mins

Il CNR si aggiudica l’edizione 2013 dell’Assobiotec Award. Il premio, istituito da Assobiotec nel 2008, vuole dare un riconoscimento alle personalità e agli enti che si sono particolarmente distinti nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico nel settore delle biotecnologie. “Il prestigioso riconoscimento premia la passione, l’impegno e l’entusiasmo che muove il lavoro dei ricercatori nel settore delle biotecnologie. La ricerca scientifica è il più autentico e potente strumento per costruire futuro, creare benessere, migliorare la qualità della vita” commenta il presidente del CNR Luigi Nicolais, che lunedì 3 giugno, alle ore 11, presso la Sala Pirelli dell’ICE in Corso Magenta 59, riceve in premio una scultura di una giovane artista torinese, Sara Zampedri, intitolata “BiorigamiI”. 

 Con questa iniziativa intendiamo riconoscere il ruolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel portare ai vertici dell'eccellenza mondiale la ricerca italiana, e vogliamo farlo proprio quest’anno, nel 90° anniversario dalla sua fondazione. Il CNR è sempre stato molto attivo anche nel settore delle biotecnologie dove la ricerca e le sue applicazioni spaziano dai temi ambientali a quelli della salute, dall'energia alla chimica e all'agricoltura”, così commenta Alessandro Sidoli, Presidente di Assobiotec. “Al CNR va inoltre il merito di aver costantemente operato insieme alle imprese per valorizzare la ricerca, favorendone l’adozione nel tessuto produttivo e sociale”.

Nelle passate edizioni l’Assobiotec Award è stato assegnato a Ronald P. Spogli, Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, a Letizia Moratti, Sindaco di Milano, allo scienziato Umberto Veronesi, a Telethon, a Renato Ugo, e a Rino Rappuoli, responsabile globale della Ricerca Vaccini di Novartis.

Autori: 
Sezioni: 
Canali: 
Premi

prossimo articolo

#Malati: come i social cambiano il nostro modo di vivere la malattia

smartphone e cuori

“#Malati” (Codice Edizioni) di Cinzia Pozzi esplora come i social network abbiano trasformato il rapporto con la malattia, tra nuove comunità, rischi di esposizione e potenzialità di empowerment. Un viaggio tra algoritmi, narrazioni personali e fragilità che si fanno pubbliche, per capire come si sta male (e bene) nell’era digitale

In principio furono le scoperte scientifiche e gli avanzamenti tecnologici. Poi arrivarono i social. Che il nostro rapporto con la malattia sia profondamente cambiato nel corso dei secoli è evidente: dalla penicillina all’imaging diagnostico, dai vaccini agli interventi chirurgici, abbiamo imparato a curare malattie un tempo letali e identificare, anche in fase precoci, malattie un tempo sconosciute e invisibili.