La Cop30 del popolo che esclude il popolo: le contraddizioni di Belém

Ospitare la Cop30 nella città amazzonica di Belém è una scelta simbolica potente: riconosce che il futuro del pianeta si gioca anche nelle regioni periferiche e nei territori del Sud globale. Ma tra infrastrutture insufficienti, alloggi inaccessibili e costi proibitivi, la “Cop del popolo” rischia di diventare la più esclusiva di sempre. E, sullo sfondo, il paradosso di un Brasile che parla di transizione ecologica mentre autorizza nuove trivellazioni nel bacino amazzonico.
Ospitare la trentesima conferenza Onu sul clima, la Cop30, in una città amazzonica – Belém, nello stato brasiliano di Pará – è un gesto politico potente: significa riconoscere che il futuro del pianeta si decide anche, e forse soprattutto, nelle regioni periferiche, tra i popoli e le culture non occidentali, negli ecosistemi ricchi di biodiversità, sulle sponde dei fiumi.
