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iSave the Plant

Tempo di lettura: 2 mins

iSaveThePlant è un'app utile agli appassionati di giardinaggio. Studiata sia per chi il pollice verde non lo possiede e con buona volontà ha intenzione di rimediare a questa mancanza sia per chi il pollice verde lo possiede e condivide volentieri il suo know how.
iSavethePlant, come specificato sul sito, si basa quindi sull'aiuto reciproco tra pollici verdi o aspiranti tali.

Con iSaveThePlant è possibile chiedere aiuto alla community per salvare, curare, riconoscere e riprodurre le proprie piante. E' sufficiente scattare una foto, inserire una domanda e chiedere aiuto alla community. Tutti gli utenti possono rispondere alle richieste d'aiuto ma solo i pollici verdi più disponibili e più competenti possono ambire a vedere i propri nomi nella Top100 di iSaveThePlant.

Così riporta il sito a proposito degli ideatori di iSaveThePlant: "Progetto ideato, curato e annaffiato costantemente da Alessandra Balzani e Stefano Benetti di Programmatica. Stefano ha seminato il codice, Alessandra ha annaffiato e potato ogni singolo pixel germogliato".

Per farsi un'idea dell'app è utile dare un'occhiata alla pagina Facebook e all'account Twitter di iSaveThePlant.

Grow the planetPer gli appassionati di "giardinaggio condiviso" esiste anche un altro progetto interessante: Grow the planet.
Grow the planet è una community dedicata alla coltivazione dell'orto e alla sostenibilità ambientale. Un' idea tutta italiana lanciata al TechCrunch Disrupt 2011 che ricorda molto Farmville, la celebre applicazione Facebook.

Grow the planet mette a disposizione guide passo passo dalla semina alla raccolta degli ortaggi e un sistema semplice per scambiarli con gli altri utenti. Un modo nuovo per coltivare ortaggi che coinvolge sia il dilettante sia il giardiniere più esperto.

[video:http://www.youtube.com/watch?v=CavyMZmlgt0]

Anteprime dell'app iSaveThePlant:

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Finalmente in campo le prime piantine di riso TEA di Brambilla e Fornara

Giornata storica il 13 maggio: Vittoria Brambilla e Fabio Fornara di Unimi hanno messo a dimora le prime piantine di riso geneticamente editate TEA (tecniche CRISPR di evoluzione assistita) per resistere a parassiti come il brusone senza usare fitofarmaci, nella campagna pavese di Mezzana Bigli. Si tratta di una sperimentazione, ma in campo aperto, il primo consentito in Italia. Il permesso è fino a fine anno, ma prorogabile in attesa delle nuove regole europee. All'evento erano presenti una piccola folla di amici delle biotecnologie, tra cui spiccano la senatrice a vita Elena Cattaneo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. Era presente anche la giornalista Anna Meldolesi, che firma l'articolo, e il ricercatore CNR Roberto Defez, nella foto insieme a Vittoria Brambilla. Credito foto: Associazione Luca Coscioni.

La rete delimita ventotto metri quadrati di nudo terreno, in mezzo alla campagna pavese. Al suo interno si muove una decina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Milano. Il computer portatile appoggiato a terra mostra lo schema delle parcelle. Un metro viene srotolato per segnare le coordinate sulle zolle.