fbpx Una app per la gestione partecipata del decoro urbano | Scienza in rete

Una app per la gestione partecipata del decoro urbano

Read time: 2 mins

E' un progetto nuovo (la versione open beta è stata lanciata il 21 luglio 2011) per la partecipazione attiva dei cittadini al mantenimento del decoro urbano.
L’obiettivo principale è quello di offrire a chiunque lo desideri uno strumento per comunicare in tempo reale con le amministrazioni locali e favorire la risoluzione dei problemi.

Dopo aver effettuato una registrazione obbligatoria sia attraverso il sito internet sia attraverso le app per smartphone, è possibile segnalare situazioni di degrado in tutta Italia. Per farlo gli utenti devono aprire l'app sul proprio smartphone, scattare una fotografia, scrivere due righe per descrivere il problema e inviare la segnalazione. Le segnalazioni, automaticamente localizzate tramite GPS, vengono immediatamente caricate sul sito www.decorourbano.org e diventano visibili a tutti.

Al momento è possibile segnalare situazioni di degrado per le seguenti categorie:

  • rifiuti (rifiuti a terra, discariche abusive, cassonetti colmi, televisori, lavatrici, biciclette, etc.)
  • vandalismo/incuria (panchine rotte, graffiti)
  • dissesto stradale (buche, marciapiedi inagibili, strisce pedonali logore)
  • zone verdi (aree verdi incolte, abbandonate, prive di irrigazione)
  • segnaletica (segnaletica stradale danneggiata, non sufficiente o mancante)
  • affissioni abusive (manifesti e cartelloni abusivi su muri e/o superfici con divieto d’affissione)

Questa prima fase del progetto è stata totalmente autofinanziata.
Maiora Labs promette, entro la fine dell’anno, di rilasciare il codice sorgente e i dati della piattaforma in formato open source e open data e di risolvere le lacune presenti nelle versioni attuali dell'app (per esempio invio di foto presenti nella libreria, geolocalizzazione manuale o eliminazione di segnalazioni effettuate).
Oltre a finanziamenti, sponsorship o partnership, saranno molto gradite segnalazioni di anomalie o suggerimenti.

Al momento non risultano accordi di Decoro Urbano con gli organi competenti per la risoluzione delle problematiche segnalate dagli utenti.
Coinvolgere il numero più alto possibile di utenti sembra pertanto l'unica strada per richiamare l'attenzione delle amministrazioni pubbliche.
Quindi d’ora in poi, davanti alle situazione di degrado, scattiamo, segnaliamo e condividiamo!

Video tutorial e anteprime dell'app:

[video:http://www.youtube.com/watch?v=qdS_LLzCx80&feature=channel_video_title]

weDU! hp WeDU! 3

WeDU! 4 WeDU! 5


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Perché la de-estinzione è più una trovata di marketing che scienza

acquarello che raffigura un lupo bianco

Rimbalza sui media la notizia della de-estinzione dei metalupi. Ma i cuccioli nati con le tecnologie di editing genetico basate su CRISPR/Cas9 replicano solo alcune caratteristiche della specie estinta, ponendosi più che altro come una trovata di marketing. Intanto, però, i progetti dedicati ai tentativi di de-estinzione sollevano dubbi tanto scientifici quanto etici. Per esempio, ha senso rincorrere fantasmi del passato quando non riusciamo a proteggere il nostro presente?

Di recente, quotidiani e i telegiornali si sono riempiti di titoli roboanti riguardo alla “de-estinzione” di una specie di canide scomparsa circa 10.000 anni fa: il “metalupo”, o dire wolf in inglese. Questo ha riacceso il dibattito sia sui reali riscontri scientifici nel tentativo di riportare in vita specie estinte - un tema molto caro alla fantascienza - sia sull’etica di alcune ricerche nell’ambito dell’ingegneria genetica, generando, come spesso accade in questi casi, anche molta confusione.

Ma cosa c’è di vero in questa storia? Facciamo un passo indietro.