"Qualcuno ha sostenuto: se noi eliminiamo il traffico
clandestino e legalizziamo il consumo di droga abbiamo contemporaneamente
levato dalle mani della mafia la possibilità di fare tutti questi guadagni
illeciti ed essere così potente.
Tuttavia forse non si riflette che la legalizzazione
del consumo di droga non elimina affatto il mercato clandestino anzi avviene che le categorie più deboli e meno
protette saranno le prime ad essere investite dal mercato clandestino, perché
non riesco ad immaginare una forma di legalizzazione che consenta al minore di
entrare in farmacia e andarsi a comprare
la dose di eroina …
E’ chiaro quindi che ci sarebbe questa fascia di
minori che sarebbe immediatamente investita dal residuo traffico clandestino, che diventerebbe estremamente più pericoloso, perché diretto a coloro
che per ragioni di età non possono entrare nel mercato ufficiale, quindi alle
categorie più deboli e più da proteggere. E verrebbe ad alimentare inoltre le
droghe più micidiali, cioè quelle che non potrebbero essere vendute in farmacia
non fosse altro perché i farmacisti a buon diritto si rifiuterebbero di
vendere.
Conseguentemente mi sembra
che sia da dilettanti di criminologia pensare che liberalizzando il traffico di
droga sparirebbe del tutto il traffico clandestino e si leverebbero così le
unghie all’artiglio della mafia….’’
Con
questo straordinario video Borsellino boccia un assunto che viene spesso utilizzato
per giustificare la legalizzazione delle droghe e in particolare della Cannabis
e dei suoi derivati.
Secondo
Borsellino, la legalizzazione della droga, che comporta naturalmente la
proibizione della vendita ai minori, non riduce il traffico clandestino ma
semplicemente lo dirotta verso coloro che non hanno accesso alla droga legale, i
minori appunto. L’argomento di Borsellino è confermato dalla recente esperienza
della legalizzazione della Cannabis per uso ricreazionale in Colorado (USA). Lì
30 grammi di Cannabis costano 70 dollari al mercato legale e 25 dollari al mercato illegale ed è
severamente punita la vendita o la cessione ai minori.
Quindi,
una legalizzazione della Cannabis mantiene inalterata la relazione tra gli adolescenti
e la Cannabis illegale, anche grazie al suo prezzo concorrenziale. Questo
scenario diventa particolarmente preoccupante se si considera che il consumo di
Cannabis è massimo proprio a ridosso dei 18 anni mentre si riduce drasticamente
nell'età adulta. Inoltre, il consumo di Cannabis, giornaliero e per lungo tempo
(10 anni), se iniziato nell'adolescenza, riduce le funzioni cognitive nell'età
adulta.
Insomma,
che senso ha legalizzare la Cannabis se la fascia d'età che la consuma e per la
quale è più pericolosa non potrebbe comunque accedere alla Cannabis legale? Questo
paradosso, se costituisce una forte controindicazione alla legalizzazione
della Cannabis, indica anche la necessità di individuare
strategie alternative alla legalizzazione al fine di impedire ciò che è
effettivamente uno degli effetti avversi dell’uso di Cannabis, l’infernale
meccanismo burocratico-investigativo che si attiva nei confronti del giovane
che venga scoperto a fumare o detenere Cannabis. Una legalizzazione con questo
fine sarebbe davvero un rimedio peggiore del male.