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NotreDAM, un software italiano per le televisioni americane

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NotreDAM, il software open source sviluppato dai ricercatori del CRS4 all’interno del DistrICT Lab del Parco tecnologico di Pula, verrà utilizzato dal Public Broadcasting Service (PBS) - il consorzio americano che raggruppa oltre 300 stazioni televisive pubbliche degli Stati Uniti - per la catalogazione dei contenuti audiovisivi, immagini e video del sito "Ken Burns America".

Questo sito raccoglie moltissimo materiale prodotto dal grande documentarista Ken Burns sulla storia e la cultura americana, oltre a numerosi altri contenuti collegati al suo lavoro. La tecnica documentaristica di Ken Burns è così particolare che prendono il suo nome particolari tipi di montaggio utilizzati nei documentari storici dove non sono disponibili film o materiale video. L’azione viene data dalle fotografie attraverso lenti zoom.

La realizzazione del sito è stata affidata dal PBS a società del calibro di Kapow (sviluppo software integrati con il mobile e non solo) e di Metal Toad (sviluppo siti web di alta qualità), che si sono a loro volta avvalse di piattaforme open source quali Django, Solr e NotreDAM.

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A metà maggio il ministro della Salute e la ministra della Famiglia, natalità e pari opportunità hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo congiunto sulla disforia di genere i cui 29 membri dovranno effettuare «una ricognizione delle modalità di trattamento». Un paio di giorni dopo la ministra ha esplicitato che per lei l’identità sessuale deve rimanere binaria, come vuole la biologia, dimostrando di ignorare quello che la biologia riconosce da tempo: un ampio spettro di identità di genere. Abbastanza per temere che l’approccio di lavoro di questo tavolo possa essere guidato più dall’ideologia che dalla ricerca scientifica.

Crediti: Foto di Katie Rainbow/Unsplash

Suona davvero un po’ beffardo. Solo pochi giorni fa il ministro della Salute Orazio Schillaci e la ministra della Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella hanno firmato un decreto che istituisce un tavolo tecnico di approfondimento sulla disforia di genere «per una ricognizione delle modalità di trattamento di tale condizione nel territorio nazionale».