Ospite: Peter Zeller
Come le specie mutano ed evolvono così le percezioni, le emozioni e il pensiero hanno una storia naturale, anche se siamo ancora lontani dallo scriverla compiutamente. Darwin, nello scoprire la vicenda comune che ci lega al mondo animale (e vegetale) aveva sottolineato come non vi fosse alcuna fondamentale differenza fra uomini e mammiferi superiori per quanto riguarda le facoltà mentali e come tutte le possibili distinzioni fra uomo e animali fossero solo di grado e non di natura. Questa idea forte ( sicuramente la più avversata delle idee darwiniane ) per cui il pensiero umano trovava origine e fondamento nelle sensazioni e nei movimenti delle meduse e delle stelle di mare ed era il risultato del lungo percorso evolutivo compiuto dalle altre specie, fu ripresa dal suo discepolo e amico George John Romanes (1848-1894). Ma ispirò potentemente anche la riflessione di Freud,“resuscitando”infine, dopo un lungo oblio, nell’attuale dibattito sulla “consapevolezza” e l’intelligenza degli animali che, soprattutto in area anglosassone, mostra come i tempi siano maturi per una nuova rivoluzione epistemologica: la “strada verso una paleontologia della coscienza appare ormai aperta ed ampia” (R.Wallace; R.G.Wallace, 2006)
Ingresso libero fino ad esaurimento posti (l’ingresso al Castello è a pagamento)