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L'amianto uccide ancora

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Non è un’emergenza, è una certezza. L’amianto è ancora presente in Italia, come dimostrano i dati emersi dal 15esimo quaderno del Ministero della Salute dedicato alle patologie correlate all’esposizione all’amianto presentati a Casale Monferrato dal ministro  dell'Ambiente Corrado Clini, dal ministro del Lavoro Elsa Fornero e dal ministro della Salute Renato Balduzzi . Sono 12 i siti di interesse nazionale per la presenza dell’amianto (luoghi di produzione e cave mineraria), 34 mila i siti censiti e definiti pericolosi e 32 milioni le tonnellate di cemento amianto ancora da smaltire. Secondo una stima dell’ISPRA potrebbero volerci 85 anni per la bonifica con costi esorbitanti.

Ma il problema non è solo questo,  l’amianto è un pericolo sottile, che uccide a distanza di tempo. L’inalazione di fibre di amianto o di asbesto provoca a distanza di 30-40 anni tumori al polmone e nei casi più gravi mesotelioma pleurico, una malattia mortale che uccide ogni anno 3000 persone. Nella zona più colpita, quella di Casale Monferrato, sede dell’Eternit, sono stati segnalati 459 casi di mesotelioma (su una popolazione totale di 35mila abitanti), ma le previsioni sulle malattie e i decessi correlati dicono che la fase d'apice arriverà tra il 2015 e il 2020, con circa 680mila persone a rischio. 

A novembre, a Venezia, si terrà la seconda Conferenza governativa sull’amianto in cui verranno presentati i risultati definitivi dello studio, verrà fatto il punto della situazione e si cercherà una strategia europea per il futuro.


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Giornata storica il 13 maggio: Vittoria Brambilla e Fabio Fornara di Unimi hanno messo a dimora le prime piantine di riso geneticamente editate TEA (tecniche CRISPR di evoluzione assistita) per resistere a parassiti come il brusone senza usare fitofarmaci, nella campagna pavese di Mezzana Bigli. Si tratta di una sperimentazione, ma in campo aperto, il primo consentito in Italia. Il permesso è fino a fine anno, ma prorogabile in attesa delle nuove regole europee. All'evento erano presenti una piccola folla di amici delle biotecnologie, tra cui spiccano la senatrice a vita Elena Cattaneo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. Era presente anche la giornalista Anna Meldolesi, che firma l'articolo, e il ricercatore CNR Roberto Defez, nella foto insieme a Vittoria Brambilla. Credito foto: Associazione Luca Coscioni.

La rete delimita ventotto metri quadrati di nudo terreno, in mezzo alla campagna pavese. Al suo interno si muove una decina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Milano. Il computer portatile appoggiato a terra mostra lo schema delle parcelle. Un metro viene srotolato per segnare le coordinate sulle zolle.