fbpx Fibrosi cistica: sì dei cittadini agli screening | Page 2 | Scienza in rete

Fibrosi cistica: sì dei cittadini agli screening

Primary tabs

Read time: 3 mins

 

Comunicato stampa


 

Convegno

Fare o non fare lo screening del portatore sano per la fibrosi cistica

Venerdì 18 settembre 2015 – Ore 10.15/17.15
IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
Via G. La Masa, 19 - Milano


Il 18 settembre 2015 all’IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri si terrà il convegno di presentazione dei risultati del progetto “Fare o non fare lo screening del portatore sano per la fibrosi cistica? La voce dei cittadini e della comunità scientifica”, finanziato dalla Fondazione per la Ricerca sulla fibrosi cistica - Onlus. Per rispondere a questa domanda - spiega Paola Mosconi, Coordinatore del progetto e capo del Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità del Mario Negri -, il progetto ha utilizzato una metodologia di ricerca - la Giuria dei cittadini - che prevede di chiedere a un gruppo di cittadini di deliberare, in nome della collettività, su un intervento medico per cui ci sono posizioni controverse. Per il progetto sono state organizzate tre Giurie a Verona, Pistoia e Palermo e tutte e tre le giurie si sono espresse per il sì, fornendo un documento articolato con le motivazioni”
Lo screening del portatore - sottolinea Carlo Castellani del Centro Fibrosi Cistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e partner del progetto - prevede un esame genetico per individuare, tra gli adulti in età riproduttiva, i portatori sani: coloro che hanno una sola copia del gene mutato e quindi non sono malati, ma possono trasmettere la malattia a un figlio se anche l'altro genitore è portatore di una mutazione simile. Dati pubblicati hanno dimostrato che nel Veneto, dove il test dagli anni Novanta è stato attivamente offerto ad ampi segmenti della popolazione generale, il numero di nuovi nati con fibrosi cistica si è gradualmente ridotto fino a livelli più di quattro volte inferiori a quelli misurati in precedenza”.

 In seguito alla pubblicazione di questi dati - spiega Roberto Satolli di Zadig e partner del progetto - sono state organizzate tre Giurie dei cittadini a cui è stato chiesto: Il Servizio Sanitario deve o no organizzare uno screening nella popolazione con lo scopo di individuare persone sane che potrebbero avere figli malati di fibrosi cistica?” Una sfida importante del progetto è stata la messa a punto di un materiale completo, semplice ed equilibrato. I cittadini coinvolti, infatti, sono giunti a deliberare dopo aver ricevuto informazioni chiare ed esaurienti e averne discusso per più di un giorno con gli esperti del settore”.
Oltre alle tre Giurie, il progetto ha  raccolto l’opinione di cittadini e di operatori sanitari, al fine di avere un campione più ampio, da confrontare con le posizioni emerse dalle Giurie, e aumentare le informazioni disponibili su questa importante domanda di salute pubblica. 

E’ partita all’inizio di febbraio un’indagine online - aggiunge Cinzia Colombo, ricercatore del Laboratorio di ricerca sul coinvolgimento dei cittadini in sanità del Mario Negri -  che ha visto una partecipazione straordinaria: più di 900 persone si sono collegate online e hanno risposto alla stessa domanda delle Giurie. Si sono espressi per il sì sia i cittadini (87% dei partecipanti), sia gli operatori sanitari (63% dei 341 partecipanti)”. 

Durante l’incontro di domani - di fronte ai risultati ottenuti - avverrà un confronto tra rappresentanti del mondo medico scientifico, pazienti e cittadini. I risultati che emergeranno saranno diffusi a enti, società scientifiche, associazioni di pazienti, cittadini al fine di migliorare l’informazione su questo tema e spingere a prendere decisioni condivise nelle diverse realtà italiane. 

Ufficio Stampa
IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’

 

Autori: 
Sezioni: 
Convegno

prossimo articolo

Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna va ripensato tutto

Evento eccezionale ma non irripetibile, l'alluvione che ha allagato un terzo della pianura romagnola, con altissimi costi umani ed economici, sfida i luoghi comuni e i vecchi modi di agire. D’ora in poi deve essere chiaro che questi eventi estremi non saranno evitabili. Si dovrà imparare a conviverci preparandosi meglio, e soprattutto mettendo in atto misure più radicali e adatte al cambiamento climatico in atto, come ridare spazio ai fiumi allontanando case e stabilimenti dal loro alveo, e applicare soluzioni “basate sulla natura”. Immagine: tratta dal video di The Walking Nose "La mia alluvione" su Youtube.

Era già tutto previsto. L’allerta meteo, idrogeologica e idraulica di lunedì 15 maggio 2023, dopo una prima sottovalutazione, aveva dato un allarme forte e chiaro. A cominciare dal giorno dopo una valanga d’acqua si sarebbe riversata sulla Romagna e un tratto dell’Emilia, con rischio altissimo di frane e inondazioni. La protezione civile, i vigili del fuoco, la guardia di finanza, gli addetti al consorzio di bonifica, i volontari.