I lavoratori del
comparto suinicolo presentano anticorpi verso i virus influenzali suini H1N1
circolanti negli allevamenti italiani: lo ha rivelato uno studio condotto da
ISPRA, INAIL, Istituto Superiore di Sanità, Università degli Studi di Brescia,
Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna e
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. La ricerca ha infatti
dimostrato la presenza di un’immunità cross-protettiva verso il virus pandemico
H1N1 del 2009, imputabile alla pregressa esposizione di questi allevatori a
virus influenzali del suino.
Queste conclusioni sono state possibili
grazie ai controlli su un campione di 123 operatori del settore, di età
compresa tra i 17 e i 75 anni e suddivisi per età, sesso e tipologia di
vaccinazioni effettuate. Di sesso maschile il 95,1% di essi a fronte del 76,5%
del campione di controllo, la cui età è compresa tra i 20 e i 60 anni.
Un medico del lavoro qualificato ha raccolto
i dati socio-demografici e personali dei soggetti coinvolti nello studio nonché il
curriculum professionale, le informazioni circa le vaccinazioni contro l'influenza e i fattori di
rischio biologico, tra cui l'esposizione
ai suini.
Le ricadute più
importanti della ricerca riguardano la possibilità di elaborare nuove strategie
di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro e aprono prospettive sulle
potenzialità applicative dell’immunità cross-protettiva eterologa esistente tra
virus influenzali umani ed animali.
Nel 2009 la pandemia influenzale,
causata da una variante fino ad allora sconosciuta del virus H1N1, causò la
morte di centinaia di persone nel mondo, concentrate per la maggior parte nel
continente americano.
Il lavoro è consultabile a questo indirizzo.
