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Systems Biology: ma che cos’è in realtà?

Puoi scommetterci: oramai da alcuni anni, in ogni documento generale di  programmazione, di finanziamento, di prospettive di qualsivoglia ente nell’ambito delle scienze della vita, dopo poche frasi verrà fuori la formula magica: Systems Biology. Una sorta di Apriti Sesamo: sol che si voglia applicarne i dettami,  par di capire, ogni problema verrà  risolto. E magari sarà proprio così: solo che, provare per credere, se si chiede a 10 colleghi che  cosa diavolo si intenda per Systems Biology, almeno 9 ti guarderanno imbarazzati.

I più intraprendenti  azzarderanno lunghe definizioni fumose, alla fine della quali  avrai capito meno di prima. Mi è capitato giorni fa  in mano un volume intitolato appunto Systems Biology, dove una decina di autori davano non so quante  definizioni, dal termodinamico al computazionale. 

Ma santiddio, vogliamo fare un po’ di chiarezza ?  Vogliamo dire in poche, pochissime parole, di che cosa stiamo realmente parlando?  Perché  dire, genericamente, che si tratta  di andare oltre l’approccio riduzionistico per approdare a quello olistico – sin qui tutti ci arrivano –  non basta.

Così ho chiesto a Lilia Alberghina, una che nella Systems Biology sta mettendo il cuore, di scrivermi una o due cartelle chiarificatrici. E lo ha fatto, mi sembra, in modo magistrale.