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Italia stracciona, e radioattiva

La storia del deposito in lamiera di rifiuti radioattiva trovati a Statte (vicino a Taranto) ha dell'incredibile. Ma è solo la punta dell'iceberg della gestione delle scorie radioattive in Italia. Fallito malamente il nucleare, nel nostro paese qualsiasi ipotesi di stoccaggio definitivo delle scorie delle centrali nucleari italiane è stato rimandato sine die, spedendo parte dei rifiuti più pericolosi agli impianti di riprocessamento all'estero e lasciando gli altri in situazioni incerte. In Italia i rifuti radioattivi ammontano a circa 90.000 metri cubi. In parte le scorie sono ancora stoccate nelle vecchie centrali (in smantellamento). In parte nei centri ENEA di Casaccia, nell'impianto di Trisaia (Matera) e nel deposito Eurex di Saluggia. Stoccaggi provvisori e non sempre ottimali, in attesa di un sito definitivo che nessun politico si vuol prendere la responsabiità di identificare (dopo la gaffe di Scanzano Jonico, sede di scontri fra manifestanti e polizia appena si seppe attraverso la Gazzetta ufficiale della localizzazione). Ma quanti sono i bidoni stoccati illegalmente come quelli di Statte? Quanti affondati in mare a bordo di carrette? Quanti sepolti insieme ad altri rifiuti speciali nella Terra dei fuochi e in altre lande sottrate al controllo dello Stato? (luca carra)

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