newsletter #88
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Il 12 febbraio si festeggia il Darwin Day. A Milano
è prevista
una due giorni di eventi presso il Museo civico di
storia naturale, dedicata al ruolo centrale e
multiforme giocato dalle immagini nel processo di
conoscenza della natura. Gli incontri saranno trasmessi
in streaming su www.scienzainrete.it. Nell'immagine:
un'illustrazione tratta dal "Recueil d’observations de
zoologie et d’anatomie comparée" del 1833. Credit: Internet Archive Book Images/Flickr.
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ALTA TEMPERATURA
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Giovedì
scorso
Alexandria
Ocasio-Cortez (nota anche con le sue iniziali AOC)
ha
presentato
una
proposta
di
legge
per
un
"Green
New
Deal",
10
anni
di
mobilitazione
nazionale
per
trasformare
l'economia
statunitense
in
un'arma contro
il
cambiamento
climatico. Si tratta di una sfida che potrebbe incidere sule politiche del clima nei prossimi anni
[The Atlantic; Robinson Meyer]
Il
2018 è stato il quarto anno
più caldo dal 1850,
secondo la World Meteorological
Organization (WMO), che lo ha annunciato mercoledì 6 febbraio dopo aver completato l'analisi combinata di 5 diversi set di dati raccolti da istituti di ricerca e agenzie di tutto il mondo. La temperatura media nel 2018 è stata di 1°C superiore al livello preindustriale. Il 2016 si conferma l'anno più caldo dall'inizio delle misurazioni, 1,2°C sopra la media preindustriale, mentre 2015 e 2017 sono i secondi due anni più caldi con temperature in media 1,1°C più elevate rispetto a quelle del periodo 1850-1900. Insomma: gli ultimi quattro anni sono stati i più caldi da quando misuriamo le temperature del nostro pianeta. Ma a
preoccupare di più i
meteorologi è la tendenza di
lungo periodo: i 20 anni più
caldi sono stati registrati negli
ultimi 22 anni. I risultati della
WMO sono basati sull'analisi di
NOOA e NASA (USA), Met Office e Climatic
Research Unit della University of
East Anglia (UK), Copernicus
Climate Change Service (UE) e della
Japan Meteorological
Agency. Le conclusioni della WMO
sono coerenti dunque con la stima
di NASA e NOAA, annunciata anch'essa
mercoledì, e del Copernicus
Climate Service, che invece era
stata resa pubblica all'inizio di gennaio
[World Meteorological Organization]
«Ma perché fa così
freddo allora?» è
questa la domanda che un giornalista
che si occupa di clima teme di
più. Ma è la
domanda che si sono posti molti
americani, compreso il Presidente
Trump, durante il vortice artico che ha colpito
le zone centro-settentrionali del
Nord America alla fine di gennaio,
portando le temperature fino a meno
20°C. «Pur essendo un quesito
ingenuo non dovremmo stancarci di
trovare risposte nuove»,
commenta Kendra Pierre-Louis sulle
pagine del New York Times. Il punto
è che il clima non è
il meteo e che gli inverni
fortunatamente ancora
esistono. Il meteo ci aiuta a
decidere cosa indossare oggi, mentre
il clima ci guida ad allestire il
nostro guardaroba
[The New York Times;
Kendra Pierre-Louis]
Onde di calore da due a tre
volte più frequenti e intense
rispetto a 100 anni fa. È
questo il risultato dell'analisi
condotta da un gruppo di scienziati
della University of Warwick e
pubblicato su Geophysical Research
Letters alla fine di gennaio. Lo
studio è di particolare
interesse perché ha misurato
con accuratezza la frequenza di
eventi rari, come le ondate di
calore, a partire dalla serie
storica delle temperature
giornaliere dal 1900 a oggi nel Regno Unito
[GeoSpace blog - American
Geophysical Union; Peter Thorley]
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INQUINANTI INVISIBILI
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Migliaia
di
composti
della
famiglia
PFAS
(sostanze
perfluoroalchiliche)
sono
utilizzate
in
schiume
antincendio,
rivestimenti
impermeabili
e antiaderenti,
involucri
alimentari,
ma i
ricercatori
non
sanno
quante
sono
e
qual
è
la
loro
pericolosità. Si
tratta
di
catene
di
atomi
di
carbonio
e
fluoro
a
cui
sono
agganciati
dei
gruppi
funzionali
che
possono
contenere
ossigeno,
idrogeno
e zolfo.
La
forza
del
legame
tra
fluoro
e
carbonio
rende
queste
molecole
non degradabili.
Nel
2009
la
Convenzione
di
Stoccolma
ha
messo
al
bando
una
di
queste
sostanze,
il
PFOA o
acido
perfluoroottanoico,
mentre
il
PFOS, acido
perfluoroottansolfonico,
verrà
aggiunto
alla
lista
quest'anno. È
ormai
chiaro
che questi
composti, che
persistono
nell'ambiente
e si
accumulano
negli
organismi
viventi
(concentrazioni
preoccupanti
sono
state
trovate
nel
circolo
sanguigno
umano
in
diverse
zone
del
mondo,
fra le quali il Veneto),
sono
nocivi
per
la
salute
umana
(causano
malattie
del
sistema
endocrino
e
sono
cancerogeni), anche se non si conoscono i
meccanismi
biologici
che
li
rendono
tossici. Poco
si
sa
invece
delle
altre
sostanze
della
famiglia
PFAS,
che
l'industria
ha
cominciato
a
utilizzare
dagli
anni
2000,
quando
la
dannosità
di
PFOS
e
PFOA
è
diventata
nota. Diversi
laboratori
nel
mondo
cercano
di
ricostruire
le
formulazioni
utilizzate
analizzando
campioni
di
acque
contaminate
e
nel
frattempo
si
studiano
soluzioni
per
uno
smaltimento
sicuro
dei
PFAS
già
accumulati
nell'ambiente
[Nature;
XiaoZhi Lim]
L'attività umana ha fortemente
alterato il ciclo dell'azoto con effetti disuguali
nelle varie zone del pianeta. Una delle
fonti primarie di aumento della concentrazione
di azoto reattivo sono i processi produttivi
alimentari. La quantità di
fertilizzanti azotati utilizzati nei Paesi
sviluppati è aumentata costantemente
negli ultimi quarant'anni, ma i raccolti non
hanno aumentato il loro contenuto di azoto in
maniera paragonabile. Il risultato è un
eccesso di azoto reattivo nell'atmosfera, pericoloso per la
salute umana e per la biodiversità. Al
contrario in
altre aree, come l'Africa Subsahariana
e i Paesi asiatici in via di sviluppo, l'accesso a questi fertilizzanti
è limitato e questo genera raccolti
insufficienti e la difficoltà a
rispondere alla domanda di cibo. Finora si
è intervenuti principalmente per limitare
l'emissione di ossidi di azoto dovuta ai
combustibili fossili, mentre il settore agricolo
è stato scarsamente regolato. Dall'altro lato poco è
stato fatto per risolvere la carenza di
azoto in quelle regioni del mondo in cui si
fatica a produrre cibo a sufficienza
[Science; Carly J. Stevens]
Il
problema
dell'inquinamento
degli
oceani
da
parte
delle
microplastiche,
frammenti
plastici
di
dimensioni
inferiori
a
5
mm,
è
sempre
più
pressante,
ma
difficile
da comunicare
. A
differenza
delle macroplastiche,
per
cui
le
immagini
delle
isole
di
rifiuti
che
si
estendono
negli
oceani
parlano
da
sole,
le
microplastiche
non
si
vedono. Per
far
crescere
la
consapevolezza
dei
cittadini
a
riguardo
e
favorire
un
cambiamento
nelle
loro abitudini,
l'organizzazione
non
profit
Just
One
Ocean
insieme
all'Università
di
Portsmouth
ha
avviato
il
progetto
di
citizen
science
"The
Big
Microplastic
Survey". I
partecipanti
sono chiamati
a
raccogliere
i
dati
relativi
alla
quantità
e
alla
qualità
delle
microplastiche
visibili
(tra
1
mm
e
5
mm
di
dimensione)
presenti
sulle
spiagge
a
loro
vicine
[The Conversation; David Jones]
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RICERCA E SOCIETÀ
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Sono 400 gli articoli
pubblicati tra il
2000 e il 2017 su
riviste mediche di
lingua inglese e
riguardanti
trapianti di organi
effettuati su
pazienti cinesi che non
contengono prove
attestanti il
consenso dei donatori. È
quanto ha concluso
uno studio
coordinato dalla
Macquarie University
di Sidney e
pubblicato su BMJ
Open. Il sospetto
è che gli
organi provengano
dai prigionieri
politici condannati
a morte. Di questa
pratica barbara
avevano
dato evidenza altre
indagini, ma questa
volta gli autori
dell'articolo
chiedono alle
riviste in questione
di ritirare gli
studi per dare un
segnale forte di
dissenso della
comunità medica: i
risultati di una
ricerca condotta in
modo non etico non
devono essere
sfruttati da alcuno scienziato
[The Guardian;
Melissa Davey]
Il
divario
di
genere
nella
competizione
per
i
fondi
è
dovuto
al
sesso
del
proponente
o
al
contenuto
del progetto?
Ha
risposto
a
questa
domanda
uno
studio,
pubblicato
sull'ultimo
numero
di
The
Lancet
(un
numero
tematico intitolato
"Advancing
women
in
science,
medicine,
and
global
health")
che
ha
analizzato
oltre
20 000
progetti
sottoposti
ai
Canadian
Institutes
of
Health
Research
tra
il
2011
e
il 2016
per
ricevere
un
finanziamento. I
progetti
sono
stati
assegnati
per
revisione
a
due
diversi
programmi,
uno
in
cui
il
curriculum
del
principal
investigator
veniva
considerato
nel
processo
di
valutazione,
l'altro
in
cui,
invece,
veniva
giudicata
solo
la
qualità
del
progetto. Nel
primo
programma
la
percentuale
di
successo
di
una
donna
è
risultata
il
4%
più
bassa
di
quella
di
un
uomo,
mentre
nel
secondo
il
gap
è
solo
dello
0,9%
[The Lancet; Holly O Witteman, Michael Hendricks, Sharon Straus, Cara Tannenbaum]
La sfida
lanciata su Facebook
#tenyearchallenge
offre degli spunti
per capire quanto
sappiamo riguardo
all'utilizzo dei
dati personali e
agli algoritmi che
li analizzano per
estrarne
valore. Alcuni
utenti hanno
reagito
ironicamente alla
sfida, facendo
riferimento al fatto
che le immagini
raccolte potrebbero
costituire un
perfetto database di
allenamento per un
sistema di
riconoscimento
facciale che voglia
includere gli
effetti
dell'invecchiamento. Ma
quanto sappiamo
riguardo ai dati, la
loro condivisione,
la loro
compravendita e la loro
analisi? Purtroppo
gli studi condotti
finora non
permettono di
rispondere a questa
domanda, ma occorre
rimediare se
vogliamo costruire
un'intelligenza
artificiale che
porti beneficio alla collettività
[LSE
Impact Blog; Helen Kennedy]
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LA
SETTIMANA
DI
SCIENZA
IN RETE
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Eredità
biparentale dei
mitocondri, uno
studio apre il
dibattito. A
dicembre è stato
pubblicato un
articolo su PNAS che suggerisce che in alcuni casi anche il padre possa trasmettere i propri mitocondri ai figli. Casi troppo rari per far crollare il dogma dell'eredità materna, ma comunque risultati eccezionali che potrebbero avere importanti implicazioni nello studio delle malattie mitocondriali.
La comunità scientifica non è però concorde nell'accettare questi risultati e gli esperti sostengono la necessità di condurre ulteriori analisi per escludere la possibilità che i risultati siano dovuti a un artefatto
[Scienza in rete;
Anna
Romano]
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IN
BREVE
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Due ricerche pubblicate su Nature rivedono le stime sul contributo dello
scioglimento dei
ghiacci antartici
all'innalzamento del
livello degli oceani
[Carbon
Brief]
Una ricerca recente
sull'utilizzo dei sistemi di
riconoscimento facciale da
parte della polizia in
Inghilterra e Galles
suggerisce la necessità
di regole molto più
severe sull'impiego di questa
tecnologia (come sta facendo
la città di San Francisco)
[The Conversation]
Depositata una calotta
protettiva sul sismometro
della sonda InSight arrivata
su Marte a dicembre scorso. Lo
proteggerà dai venti e
dalle fluttuazioni di temperatura
per assicurarsi che non
perturbino i dati
[NASA]
La popolazione
mondiale potrebbe cominciare a diminuire a partire dal
2050. Questa la tesi del libro "Empty Planet: The Shock
of Global Population Decline" dei giornalisti canadesi
John Ibbitson et Darrel Bricker, che contraddice le
previsioni dell'ONU in materia
[Usbek
e Rica]
I Chief
Medical Officer
britannici suonano
un campanello di
allarme sull'uso di
dispositivi
elettronici e social
media da parte dei
più piccoli:
tenete il cellulare
fuori dalla camera
da letto e fate
più
attività
fisica
[The
New York Times]
Arrivati alla
maggiore età,
ragazzi e ragazze
che non sono stati
vaccinati per scelta
dei genitori
considerano la
possibilità
di "recuperare". E
in alcuni stati USA
si discute l'opportunità
di abbassare
l'età per
esprimere il
consenso alle vaccinazioni
[Undark]
Secondo The Lancet il problema
dell'obesità va
inquadrato in un contesto
più ampio, quello della
sindemia di obesità,
denutrizione e cambiamento
climatico
[The Lancet]
L'istituto superiore di sanità francese giudica prematura
l'idea di rimborsare i test di espressione genica per i tumori al
seno ai primi stadi, utilizzati per stabilire la necessità o
meno di sottoporsi a chemioterapia. Serve uno studio clinico
comparativo che ne
attesti la superiorità rispetto alle altre valutazioni cliniche
[Le Monde]
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