newsletter finesettimana #67
finesettimana #79 / 30 luglio 2022 a cura di Chiara Sabelli
Buon sabato,
questa settimana parliamo di robot e sicurezza, partendo dalla notizia dell'incidente avvenuto in Russia
la scorsa settimana durante il torneo di scacchi Moscow Chess Open e che ha coinvolto un bambino di sette anni.
Cosa è andato storto? Si poteva evitare? Più in generale, cosa possiamo imparare dagli incidenti con i robot,
in particolare quelli che collaborano con le persone sui luoghi di lavoro o le assistono quando sono in condizioni
di vulnerabilità? Ne abbiamo parlato con Pericle Salvini, ricercatore presso il Responsible Technology Institute dell'Università di Oxford,
dove partecipa al progetto RoboTIPS. Poi, una selezione di notizie dai giornali internazionali.
Con questa newsletter ci prendiamo una pausa e vi auguriamo buona estate e, come sempre,
buona lettura (per segnalare questa newsletter agli amici ecco il link per l'iscrizione) |
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Cosa possiamo imparare dagli incidenti con i robot
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Domenica scorsa il Guardian ha diffuso il video di un incidente avvenuto durante il Moscow Chess Open, famoso torneo di scacchi in Russia. Nel video, inizialmente condiviso sul canale Telegram Baza, si vede un braccio robotico posto al centro di una pedana mentre gioca contemporaneamente tre partite dimostrative contro tre bambini, tutti sotto i nove anni. A un certo punto, il robot blocca sulla scacchiera la mano di uno dei suoi tre avversari mentre questo cerca di spostare una pedina. Il bambino tira la mano indietro, ma il robot non lascia la presa e tre adulti irrompono sulla scena per soccorrerlo, liberando finalmente la mano.
L’incidente causerà la frattura del dito del bambino, che però, hanno rassicurato gli organizzatori del torneo, è tornato a competere il giorno seguente con il dito ingessato, vincendo diverse partite.
Per cercare ricostruzioni meticolose di quello che è successo, più che le grandi testate giornalistiche, sono utili i siti tematici e i blog di scacchisti esperti. In italiano, il blog unoscacchista.com ha ricostruito l’incidente in tutti i dettagli, svelando anche l’identità del robot. Si tratta del cosiddetto “Chess Terminator”, costruito dallo scacchista russo Konstantin Kosteniuk, famoso per essere il padre di Alexandra Kosteniuk, 38 anni, campionessa mondiale di scacchi dal 2010 al 2015 e oggi campionessa mondiale in carica di scacchi rapidi.
Chess Terminator viene utilizzato ormai da 15 anni, più che altro per scopi dimostrativi durante tornei nazionali e internazionali. Nel 2012, per esempio, si è scontrato con un braccio robotico tedesco, il KUKA Monster, vincendo. Nel 2018 ha giocato in simultanea tre partite contro altrettanti bambini durante il campionato mondiale di scacchi rapidi.
In queste occasioni lo scopo non era tanto quello di mostrare le capacità scacchistiche del robot, per quello bastano semplici computer e partite giocate su schermo, ma piuttosto la sua abilità nell’eseguire le mosse con precisione e delicatezza. La sequenza delle azioni nelle due situazioni di gioco possibili, il robot che deve solo muovere un suo pezzo oppure il robot che deve prima mangiare un pezzo della persona avversaria e poi spostare il proprio, si vedono bene in questo video.
Quello che sembra essere accaduto a Mosca il 19 luglio è che il robot parte per eseguire la seguente mossa: mangiare la regina del bambino in posizione d1 con il proprio alfiere, posto nella posizione g4. Per farlo il robot prima preleva la donna da d1 e la depone nel cestino accanto alla scacchiera e poi preleva l’alfiere da g4 e si avvia per posizionarlo in d1. Nel frattempo, però, il bambino, impaziente, già sposta la sua torre da a1 a d1 anticipando la mossa che avrebbe eseguito per mangiare l’alfiere del robot con la sua torre. Quando il braccio arriva con la torre “in mano” sulla casella d1 e la trova nuovamente occupata da un pezzo dell’avversario ignora l’incongruenza e spinge il suo alfiere verso la scacchiera, schiacciando la mano del bambino che indugiava nel depositare la torre. La mano del bambino si trova quindi bloccata tra l’alfiere spinto dal robot e la sua torre, il robot sembra bloccarsi in quella posizione e continua a esercitare pressione finché non intervengono gli adulti.
Cosa è andato storto? «Si tratta di uso improprio della tecnologia», risponde Pericle Salvini, ricercatore presso il Responsible Technology Institute del dipartimento di Computer Science dell’Università di Oxford. «Non conosco precisamente il tipo di braccio robotico utilizzato nel torneo, ma dal video sembra un robot industriale di vecchia generazione, quelli progettati per operare dentro gabbie a cui i lavoratori umani non hanno accesso», spiega.
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Altre notizie
Perché le persone rifiutano la scienza?
Una ricerca pubblicata sui Proceedings of the National Academy of Sciences ha concluso che ci sono
quattro ragioni principali per cui le persone non accettano le informazioni scientifiche.
Primo, le informazioni provengono da una fonte che percepiscono come non credibile - spesso sono gli scienziati a non
essere ritenuti credibili. Secondo, si identificano con gruppi contrari alla scienza. Terzo, le informazioni contraddicono ciò che ritengono vero, buono o di valore.
Quarto, le informazioni sono fornite in un modo che contrasta con il loro modo di pensare. Partendo da questi quattro punti,
si può provare a ricostruire la fiducia nella scienza, adattando il modo in cui viene comunicata
[The Conversation]
Come proteggere i computer nell'era quantistica
La maggior parte dei protocolli di sicurezza con cui assicuriamo le comunicazioni sulla rete internet
o la conservazione dei dati sensibili si basano sulla difficoltà di alcuni problemi matematici,
per esempio la scomposizione in fattori primi di numeri molto grandi. Ma questi problemi
sono difficili da risolvere per i computer di oggi. Non lo saranno per quelli di domani, i computer quantistici.
Una soluzione al problema è cambiare già da ora i metodi di crittografia, sfruttando per esempio lo scambio di una chiave quantistica.
Ma è una strada molto costosa, che non tutti gli attori sulla rete potranno permettersi nel breve periodo. Per questo l'agenzia di standard
tecnologici statunitense NIST sta lavorando a una strategia alternativa, trovare dei problemi matematici
che siano difficili da risolvere anche per i computer quantistici. La scorsa settimana, dopo vari giri di valutazione,
NIST ha annunciato di averne selezionati quattro, proposti da team internazionali di ricercatori, e ne ha individuati altri quattro
promettenti
[The Economist]
L'Europa scherza col fuoco apprestandosi a usare un algoritmo per la previsione dei flussi migratori e per la loro gestione
Un'inchiesta dell'agenzia di giornalismo investigativo francese Disclose ha messo in luce i rischi legati a
un utilizzo inappropriato dei dati raccolti e degli algoritmi sviluppati da ITFLOWS, un progetto finanziato dal
programma quadro europeo Horizon 2020. ITFLOWS ha l'obiettivo di prevedere i flussi migratori verso i paesi dell'Unione,
in particolare Spagna, Italia e Francia, e le reazioni delle popolazioni locali per poi suggerire strategie più "efficaci" di allocazione dei migranti.
Al progetto hanno contribuito organizzazioni benefiche come Oxfam e Croce Rossa, ma anche Frontex, l'agenzia europea per il controllo dei confini e delle coste.
Il comitato etico del progetto ha redatto due rapporti in cui sottolinea i molti modi in cui le cose potrebbero andare storte, mettendo a rischio il rispetto
dei diritti umani dei migranti. Tuttavia i rapporti sembrano essere caduti inascoltati. L'entrata
in servizio di ITFLOWS è prevista per agosto 2023
[Disclose]
Come la guerra in Ucraina sta cambiando la scienza globale
Molte infrastrutture di ricerca sono state danneggiate nelle primissime fasi dell'invasione russa,
e circa un quarto dei quasi 100 000 ricercatori del paese sono fuggiti all'estero. In Russia,
le collaborazioni con gli scienziati europei e statunitensi si sono affievolite sempre di più e
le sanzioni imposte sullo spostamento delle merci hanno messo in difficoltà diversi laboratori. Il governo russo
sta incoraggiando i suoi ricercatori a costruire nuove collaborazioni con Cina, India e Sudafrica, paesi
che non hanno esplicitamente vietato i rapporti ufficiali con le istituzioni russe. Nel frattempo i giovani ricercatori
russi stanno lasciando il paese. I settori dove l'interruzione dei legami con la Russia potrebbe provocare
i danni maggiori sono quelli della fisica delle alte energie e dell'astrofisica, due campi in cui la Russia
è una vera e propria potenza globale, sia in termini di competenze che di investimenti. La cooperazione scientifica è continuata indisturbata
solo a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Anche la ricerca sul clima dell'Artico è in pericolo: metà del circolo
polare artico è su territorio russo e anche se è possibile osservare alcuni fenomeni legati al cambiamento climatico,
di cui la regione è una sentinella, da satellite, è necessario confermare le osservazioni con dati raccolti a terra.
Presto i ricercatori russi potrebbero smettere di condividere questi dati con il resto della comunità scientifica internazionale.
Sul fronte dell'energia, la guerra potrebbe, nel lungo termine, accelerare la transizione verso fonti rinnovabili,
ma allo stesso tempo minare la cooperazione internazionale necessaria per rispettare gli obiettivi dell'accordo di Parigi.
L'impatto della guerra sulla sicurezza alimentare è stato sottolineato dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres,
ma la necessità di riconfigurare le catene di approvvigionamento in questo settore potrebbe portare a un'accelerazione nella ricerca,
per esempio, sull'uso più efficiente dei fertilizzanti
[Nature]
DeepMind ha calcolato la struttura di quasi tutte le proteine conosciute
La società di intelligenza artificiale di Alphabet, la parent company di Google,
ha reso pubbliche le strutture di 200 milioni di proteine, praticamente tutte quelle scoperte finora
in persone, animali, piante, batteri e molti altri organismi viventi. Stabilire il modo
in cui gli aminoacidi che compongono la proteina si dispongono nello spazio è un compito estremamente oneroso
in termini di tempo. Finora veniva svolto con tecniche sperimentali basate sullo studio di proteine cristallizzate
tramite raggi X, ma alla fine del 2020 l'algoritmo di DeepMind AlphaFold ha cambiato le regole del gioco.
I ricercatori risparmieranno moltissimo tempo e potranno studiare come le variazioni nella composizione delle proteine
si ripercuotono sulla sua struttura e quindi sulla sua funzionalità, gettando luce sulle cause biologiche di molte malattie.
Anche il settore della ricerca di nuovi farmaci potrebbe essere rivoluzionato e Alphabet ha già un progetto dedicato a questo.
AlphaFold potrebbe essere il più importante contributo che la comunità dell'intelligenza artificiale ha dato finora alla comunità scientifica
[MIT Technology Review]
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